Ma voi ve lo ricordate lo StarTac? Ve la ricordate la guerra a chi ce l'aveva più piccolo (il telefono, s'intende). Ve lo ricordate che razza di status symbol fosse un telefono grande come un pacchetto di sigraette, o quanto fosse da sboroni usarlo in pubblico, aprirlo davanti a tutti accentuando le movenze richieste da oggetti ancora tanto inusuali quanto affascinanti? Il modo con cui ogni telefono permetteva di rispondere è diventato in breve tempo un elemento distintivo tra i vari modelli, dando forma a una gestualità che ha segnato un'epoca e che, non a caso, è stata raccontata anche in alcuni film - Matrix e Jumanji sono i primi che ci vengono in mente.
Ebbene, sembrava che quei ricordi dovessero rimanere chiusi in un cassetto, rimpiazzati da un molto meno iconico swipe, ormai comune ai padelloni che ci portiamo in giro da qualche tempo. Nulla di più sbagliato, grazie all'imporvviso e quasi simultaneo debutto sul mercato di una nuova ondata di smartphone pieghevoli - o foldable, come vengono chiamati dagli impallinati di telefoni.
Perché proprio ora?
Come mai nel 2019 alcuni dei più grandi produttori di telefoni hanno deciso di presentare, improvvisamente, tutti insieme, così tanti prodotti caratterizzati da un form factor di questo tipo? La risposta sta nello schermo. Il biennio 2018-2019 è quello, infatti, in cui si è reso finalmente evidente che la tecnologia degli schermi pieghevoli fosse finalmente pronta per essere commercializzata.
Se da molti anni, infatti, il design dei nostri smartphone si era avviato verso una sostanziale omologazione, la possibilità di fare ricorso a schermi pieghevoli ha creato, tutto d'un tratto, le condizioni per reinventare il loro aspetto lavorando fondamentalmente sull'esigenza di coniugare due caratteristiche apparentemente contrapposte: schermi grandi e dimensioni contenute. È chiaro, in questo senso, come uno schermo di ampia superficie possa tornare ad essere tascabile nel momento in cui sia possibile ripiegarlo su sé stesso. Ok ma come farlo? Verso l'esterno o verso l'interno? E che forma ha senso dare a questi device una volta aperti? Sono queste domande a cui i designer stanno ancora cercando di dare una risposta, procedendo per tentativi. Come vedremo nella breve carrellata che segue, alcuni produttori hanno deciso di mantenere lo schermo sulla superficie esterna del telefono, altri di proteggerlo, facendo in modo che piegandosi, vada a posizionarsi al suo interno. Alcuni terminali, poi, una volta aperti, presentano una forma che si distanzia di poco da un rapporto 1:1, suggerendo quello che potrebbe essere un nuovo standard per il futuro, qualora dovessero essere risultare tra le soluzioni più apprezzate dal mercato. Altri non si discostano invece di molto da formati già conosciuti, prevenendo possibili problemi di compatibilità con applicazioni e software già esistenti. La verità è che ci troviamo all'inizio di una nuova era fatta di grandi sperimentazioni e di quello stesso pionieristico entusiasmo che ha caratterizzato gli anni d'oro del boom dei cellulari.
Oggi come allora, sfoggiare un foldable, significa mettere in chiaro, fin dalla prima notifica, una serie di cose: sono un amante della tecnologia, sono un early adopter, ho un sacco di soldi da spendere in cose apparantemente futili e/o sono un nerd. Quale telefono comprare, per fare bella figura nel privé dell'Armani, a fine pandemia? Venite con noi per scoprire i migliori foldable phone del 2020.
Samsung Galaxy Fold
È il primo modello pieghevole ad aver fatto il suo debutto, nell'ormai lontano febbraio 2019. Ha pagato qualche difetto di gioventù, tanto da essere stato temporaneamente ritirato dal mercato, per poi essere nuovamente commercializzato a partire da settembre 2019, dopo alcuni aggiornamenti tecnici. È dotato di due schermi: uno all'esterno, che può essere utilizzato quando il telefono è chiuso, e che permette di svolgere tutte le normali attività di qualsiasi smartphone anche con una sola mano (è grande 4,6 pollici, in formato 21:9), e due che si ripiegano uno sull'altro. Questi ultimi, una volta aperti, formano un'ampia unità da 7,3 pollici in formato 4.2:3 (è quel "quasi quadrato" di cui vi parlavamo prima). Dalla sua, il fatto di essere stato sviluppato in collaborazione con Google (che fornisce il sistema operativo Android), cosa che gli consente di adattare in tempo reale le applicazioni quando si decide di passare dal loro impiego sullo schermo esterno, a quello interno - con Gmail, ad esempio, che viene visualizzato in modalità tablet, disponendosi addirittura su tre colonne. Monta un processore Snapdragon 855, 12 gb di memoria ram e 512 gb di memoria per l’utente, che assicurano performance da assoluto top di gamma. Sei le fotocamere, con la principale derivata dal cugino Samsung S10+. La batteria è da 4380 mAh: quanto basta per tirare fino a fine giornata. È disponibile anche in versione 5G e il suo prezzo di lancio, in Italia, è stato fissato a 2.050 euro.
Samsung Galaxy Z Flip
Ma è sempre da Samsung che arriva un altro terminale in grado di dare un brivido a tutti gli amanti della tecnologia vintage. Samsung Galaxy Z Flip è, infatti, il primo smartphone pieghevole della casa coreana a riproporre il famigerato form factor a conchiglia, con tutto ciò che di buono (e di cattivo) questa soluzione porta con sé. E quindi: grande maneggevolezza, dimesioni contenute, tanto appeal, ma anche un'autonomia pefettibile e (fisicamente) meno spazio per i migliori componenti attualmente disponibili. All'esterno troviamo, così, un display da 1,1 pollici, che fa il paio con quello interno, pieghevole, da 6,7. Processore simile a quello del Fold (Snapdragon 855, qui in variante +), 8 gb di ram e 256 gb di memoria, a cui si accompagna una batteria da 3300 mAh. A caratterizzarlo c'è la possibilità di utilizzare i due display interni come unità separate da 4 pollici. Monta una fotocamera esterna da 12 MP e una interna da 10. Sarà disponibile anche in versione 5G. Costa meno del Fold: in Italia è in vendita da febbraio 2020, al prezzo di 1.520 euro.
Huawei Mate Xs
Ha preso il posto del Mate X, il primo foldable firmato Huawei, disponibile solo sul mercato americano e venduto in pochissime unità. Migliorato nel meccanismo di chiusura, si presenta ora in Europa come anti-Fold, dal quale si distingue anche esteriormente per la scelta di mantenere l'intero display al di fuori della scocca, anche una volta richiuso. È questa una interpretazione che pone, di certo, diversi problemi, a fronte di qualche probabile vantaggio, dal punto di vista costruttivo. Come facilmente immaginabile, uno schermo esterno è potenzialmente soggetto a una infinità di urti e contatti che possono comprometterne l'aspetto, tanto più con un display che non è in vetro. Tutti gli schermi pieghevoli sono, infatti, prodotti con dei pannelli di materiale plastico. Quello del Mate XS, in particolare, è una unità OLED da 8 pollici che viene fornita direttamente con una pellicola protettiva, che il costruttore invita a non rimuovere e che può essere sostituita in un centro assistenza Huawei. Una volta aperto, questo Mate Xs, presenta un rigonfiamento su un lato che perette di impugnarlo molto facilmente e che ne bilancia il peso. Al top la scheda tecnica e il comparto fotocamera: processore HiSilicon Kirin 990 5G octa core da 2,86 GHz, 8 GB di RAM e 512 GB di memoria interna, una camera frontale da 40 megapixel f/1.8, una seconda camera grandangolare da 16 megapixel f/2.2, una terza fotocamera con zoom 2x rispetto alla principale da 8 megapixel f/2.4. C'è naturalmente la connettività 5G. Per metterselo in tasca servono 2.599 euro. Status symbol vero!
Motorola Razr 2019
Per la serie "Samsung m'hai provocato e io me te magno", Motorola cala l'asso rispolverando il mitico brand Razr. Presentato prima del Galaxy Z Flip ma dopo il Fold, è il telefono con il quale la fu casa americana (oggi di proprietà della cinese Lenovo) ha deciso di dare nuovo lustro alla sua tradizione di pieghevoli tutta immagine, a cui il Razr V3 diede seguito, dopo il periodo StarTac, presentandosi al mercato nel terzo trimestre del 2004.
Due, anche in questo caso, i display, con un 2,7 pollici esterno, che si somma al pieghevole da 6,2 interno. Meno appealing, rispetto a quella della concorrenza, è la dotazione tecnica: a "muoverlo" uno Snapdragon della serie 700, 6 gb di ram e 128 di memoria utente. Presente una fotocamera da 16 megapixel, che si aggiunge a quella da 5 interna, ma che può essere utilizzata anche in modalità selfie, avvalendosi dello schermo esteriore. Di dimensioni ridotte anche la batteria, da soli 2510 mAh. Insomma, è il più figo, ma il meno performante, da ogni punto di vista. La killer feature? La "funzione" Razr, che trasforma il Razr 2019 in una replica del suo popolarissimo predecessore. Da listino viene 1.599 euro.