Alzi la mano chi tra i quarantenni e cinquantenni di oggi non conosce il Commodore. Se l'avete fatto, siamo quasi sicuri che state mentendo. Una società e un brand che hanno segnato la storia dell'informatica in Italia e nel mondo. Come non ricordare le sue console, oggi oggetto da collezionismo per i più fanatici. Ore e ore a caricare un gioco per dar inizio alle prime sfide in compagnia, in quelle interminabili serate tra amici e patatine su tasti unti di ingombranti joystick. Erano gli albori di tutto quello che oggi è diventato Esport. Ma come tutte le cose belle, purtroppo, c'è sempre un inizio e una fine. La speranza di rivedere ancora in vita quel marchio che, alla fine dei conti, ha sempre un certo fascino è affidata al Ceo Luigi Simonetti e il suo team. “Ho acquistato il marchio per una promessa fatta a mia madre”, ricorda, “mi disse che se non fossi diventato il capo mi avrebbe ammazzato”. Non si nasconde, invece, rispetto agli obiettivi per il futuro: “Contribuire alla ripartenza del settore tecnologia nel nostro paese”.
Luigi Simonetti, come nasce l'idea di rilevare un marchio come Commodore?
Nasce da una promessa fatta a mia madre. Molti anni fa, quando avevo circa 19 anni, subii un terribile incidente che mi portò alla cecità. Iniziò un incubo per me che durò per ben 26 mesi, fino al giorno in cui incontrai un chirurgo formidabile che mi aiutò a recuperare parzialmente la vista ad un occhio. L’ultima cosa vista da normo vedente fu un Commodore 64 e la prima cosa vista da ipovedente fu di nuovo un Commodore 64. In quell’occasione mia madre mi disse: “Se non diventi il capo di Commodore ti ammazzo io”. Chiaramente divenne un gioco tra noi che poi decisi di trasformare in realtà il giorno in cui ci lasciò a causa di problemi gravi di salute.
Conferma quindi che non è un progetto nato solo per nostalgici attempati?
Commodore nasce con l’intenzione di creare una opportunità reale per tutti i nostri giovani che hanno voglia di cimentarsi nel mondo dell’ingegneria informatica ed elettronica e per tutti coloro che vogliono dedicarsi alla realizzazione dei videogiochi. Come veri commodoriani guardiamo al futuro, proprio come ci ha insegnato quella azienda degli anni Ottanta e Novanta che riusciva a trovare soluzioni innovative per problemi comuni. Esploriamo nuovi orizzonti, ipotizziamo sviluppi tecnologici con la stessa mentalità che caratterizzò la magnifica Commodore, strizzando un occhio al passato.
Se pensa che negli anni d'oro del Commodore, dei giovanissimi Steve Jobs e Bill Gates ne erano ammaliati... La sua odierna società, come può contribuire a migliorare il mondo dell'informatica presente e futuro?
Sicuramente lavorando sulle risorse umane, ricercando e selezionando talenti da mettere insieme per ottenere quella miscela che occorre per trasformare un progetto in un progetto di successo. La nostra attuale società è ormai troppo rapida e competitiva, è sempre più complicato trovare spazio per presentare soluzioni hardware innovative, ma sicuramente l’ambito progettuale offre ancora qualche opportunità seria.
Si è mai chiesto cosa starà pensando da lassù Jack Tramiel?
Come non pensarci! Spero di riuscire a contribuire con il nostro impegno nella creazione di una realtà che sia all’altezza del suo incredibile percorso e che guardandoci si faccia una sana risata e ci dia una pacca sulla spalla. Cosa dire, soltanto grazie Jack.
Quale dei due videogiochi preferisce: Ghost'n Goblins o International Soccer?
Ho adorato Ghost’n Goblins sin dal primo momento che lo vidi in sala giochi, ci ho giocato per anni su quasi tutte le piattaforme che lo hanno pubblicato. Conservo ancora tutto di questo gioco e del suo successore, Ghouls'n Ghosts del 1988, ancora amo giocarci di tanto in tanto sulla mia A500.
Caricare giochi in cassetta e su Floppy Disk richiede delle ore. Vogliamo sfatare il tabù? I vostri laptop sembrano avere un altro passo...
Il team Commodore Engineering ha fatto un lavoro eccellente, abbiamo a oggi tre modelli meravigliosi. Il mio preferito è l’Omnia Book che con il suo i7 13th e una ottima Rtx4070 mi consente di affrontare agevolmente tutti i miei compiti quotidiani, dallo sviluppo di codice alla classica partitella della pausa pranzo, ma non è lui il più potente di casa Commodore. Il vero fuori classe è l’Orion Book che riesce a spingersi veramente oltre, monta un i913th, fino ad una Rtx409016gb, 8Tb Nvme ed è addirittura raffreddato a liquido, cos’altro può chiedere un gamer?
Il consiglio per un giovane che vuole iniziare un nuovo progetto imprenditoriale nel suo settore?
Investite tutto il vostro tempo e il vostro denaro nella cultura, non accontentatevi mai. Ci sarà sempre un corso, una lezione, una conferenza che vi aiuterà a trovare l’idea giusta. E quando crederete di sapere, allora sarà arrivato il momento di ricominciare a studiare. Mettete in pratica il più possibile, sperimentate e non abbiate paura di sbagliare.
Sogno nel cassetto?
Contribuire alla ripartenza del settore tecnologia nel nostro paese.