Jeremy Clarkson all’attacco di Tom Hanks. Nella sua rubrica sul quotidiano inglese The Sun, l’ex protagonista di Top Gear sbeffeggia l’attore americano, accusandolo di “fare lo strano”. Hanks giorni fa, presentando il film “Elvis” in cui interpreta il ruolo del manager del re del rock’n roll, a un giornalista di Variety ha dichiarato che oggi non reciterebbe più la parte dell’avvocato gay Andrew Beckett nel film “Philadelphia” del 1993, che lo consacrò come star mondiale del cinema. “Non credo che oggi la gente accetterebbe l'inautenticità di un attore eterosessuale nei panni di un omosessuale”, ha detto.
Clarkson, dopo una considerazione ironica sulla vita delle celebrità (“ogni volta che un personaggio famoso va nei negozi, o al gabinetto, o anche al funerale di una persona cara, c'è sempre un esercito pronto a balzare. E non puoi mai farlo andare via. Una volta che sei famoso, basta. È come l'herpes: ce l'hai per tutta la vita”), si avvicina al bersaglio, scrivendo che è per questo che gli attori di Hollywood “sono pagati così tanto”: “non per il lavoro che fanno”, ma “per ciò che il lavoro fa a loro”. Quindi ha simpatizzato per Hanks, preso d’assalto dai fan che hanno quasi fatto cadere sua moglie. Non però al punto di condividere la "strana" uscita a proposito di “Philadelphia” e della parte da protagonista omosessuale che gli valse l’Oscar.
“Quindi, Tom”, chiede sarcasticamente Clarkson, “significa che, oggi, non vorresti interpretare il ruolo di Jim Lovell in Apollo 13 perché lui era un astronauta e tu no?”. E rincara la dose: “In effetti, tutta la tua carriera sarebbe stata un completo aborto se avessi applicato la regola di Philadelphia. Perché non sei nemmeno un capitano di una nave mercantile, una guardia carceraria, un pilota di aerei di linea, un eroe della seconda guerra mondiale, un sempliciotto, un rappresentante di Fed Ex, un bambino nel corpo di un adulto o un piccolo giocattolo di legno”.