Il padre di Laura, la bambina tragicamente morta a seguito dello schianto della Freccia Tricolore a Torino, prova a ricostruire la dinamica della vicenda e i fatti immediatamente precedenti all’incidente. "Ho sentito un forte sibilo e subito dopo ho visto l’esplosione nell’aeroporto". Ricorda così Paolo Origliasso, 49 anni, istruttore di guida, i momenti prima della tragedia. Erano le 16:20 di sabato. L’auto che conduceva, una Fiesta, stava costeggiando la parte finale della pista dell’aeroporto. Superato l’abitato di San Maurizio Camavese, riferisce il Corriere, l’auto era diretta verso la frazione di Malanghero quando è avvenuto l’impatto. Il colpo alla fiancata destra del veicolo ha scaraventato quest’ultimo dall’altro lato della carreggiata facendolo ribaltare fino a finire in un campo di mais. Uscito dall’auto, Origliasso è riuscito a liberare la moglie Veronica e il figlio Andrea, di 12 anni: "Poi l’abitacolo si è riempito di fiamme e fumo. Non sono riuscito a salvare Laura. Non sono riuscito a sganciare il seggiolino”. L'uomo non si dà pace per quanto successo.
Intanto continuano le indagini della Procura d’Ivrea che, nella persona del procuratore capo Gabrielle Viglione e l’aggiunto Valentina Bossi, ha aperto un’inchiesta per disastro e omicidio colposo. Al vaglio degli esperti le comunicazioni audio tra i piloti e quelle tra il capo formazione e la torre di controllo. Per ora sembrerebbe che nelle ore precedenti al decollo delle Frecce Tricolori non siano state registrate segnalazioni relative alla presenza di volatili nell’area circostante l’aeroporto di Caselle. Ad Oscar Del Dò, il pilota ai comandi della Freccia, è stato nel frattempo notificato un avviso di garanzia: per i magistrati “un atto dovuto” per procedere con gli accertamenti tecnici. Prima di perdere quota, Del Dò avrebbe avvisato i colleghi di dover uscire dalla formazione per un problema al motore. Verranno valutate ora le misure di sicurezza adottate dall’Aeronautica e quelle previste da Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle e ha messo a disposizione la pista per il decollo. Le scatole nere diranno di più su quello che per ora sembra essere un incidente causato da un “bird strike”. In un bando del 2019 rintracciato in rete, risulta un investimento della Sagat di 420 mila euro per garantire, giorno e notte, la presenza di falchi e cani addestrati per allontanare i volatili.