La carriera di Hector Barbera è stata piena di episodi molto controversi che lo hanno visto come protagonista. Già qualche anno fa il pilota spagnolo fu fermato dalla polizia per eccesso di velocità alla guida di una Maserati senza patente, dopo che qualche mese prima Hector aveva già avuto problemi per una violenta lite con la sua ragazza. Poi c’è stato un arresto per guida con tasso alcolemico oltre il limite, stesso problema avuto nel 2012. Di questo e altro ha parlato, secondo quanto riportato da Motosan, a Roadracing World.
“Ho firmato con Aspar – racconta Barbera ripercorrendo la propria carriera – nel 2002. Improvvisamente, stavo per andare a Suzuka. Prima di allora, non aveva mai volato. Sono andato in Giappone e non ho mai guidato quella moto, e ho finito in sedicesima posizione. Non male. Mi sono allenato pochissimo in inverno perché mi sono infortunato a settembre e ho passato più di un mese a letto. Sono andato in Qatar senza un test invernale e nella prima gara ho vinto. Ma la Ducati non andava bene in quel momento. Quell'anno non era male, a volte era nella top 10 o nella top 8”.
Poi gli anni della consacrazione mai arrivata, la rinuncia alle corse e il ritorno nel 2016: “Sono stato molto veloce quell'anno. Sono arrivato quarto, quinto, sesto. Era decimo in campionato e nella categoria Open. A volte partiva dalla prima fila. Nella prima gara del 2018 sono arrivato 20° e con un distacco di 45 secondi. Dopo la mia quarta gara a Le Mans, il mio distacco era di 12 secondi e sono arrivato undicesimo. E poi dopo ho fatto un errore, molto grave, e mi dispiace davvero".
Il riferimento è all’ultimo arresto per guida in stato di ebrezza: “Sono andato all'uscita del ristorante, avevo bevuto una bottiglia di vino con la mia ragazza, poi champagne e poi sono tornato a casa. So di aver bevuto. La polizia mi ha seguito e mi ha fermato. Hanno detto che stavo guidando come un matto, ma so che non è vero. Uno ha detto «il tuo viso mi sembra familiare». Mi hanno portato in prigione e ho sentito chiamare la stampa. È stato lo stesso poliziotto che mi ha fermato quando avevo 18 anni. Non ero felice di questo perché ho una famiglia. Mia sorella ha dei figli”.