È un conteggio continuo e drammatico quello dei morti, dei feriti e dei disperi a causa del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria. Il numero dei decessi nei due Paesi è di circa 1.800 persone. Nella sola Turchia sarebbero almeno 1.014 l vittime, mentre in Siria più di 700. Il governo turco ha così informato in una nota che "finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati". Un disastro epocale, la cui entità non è però ancora facilmente quantificabile. Il terremoto che ha colpito in particolare la Turchia, infatti è stato il più grande disastro registrato dal 1939: lo ha ammesso oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riportato da il Guardian. "Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni" ha aggiunto il dottor Haluk Özener, direttore dell'osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti alla Bbc in lingua turca.
E sono impressionanti le immagini dell’asfalto delle strade che viene sollevato e delle auto inghiottite dai crepacci che si sono formati. Le arterie viabilistiche sono in larga parte distrutte o compromesse e anche l’aeroporto di Hatay è inutilizzabile. Sospesi i voli commerciali negli aeroporti di Hatay e Gazantiep. Nelle immagini si vedono chiaramente auto e persone circolare tranquillamente quando, inaspettatamente, le strade iniziano ad aprirsi come il burro e le palazzine crollare. Papa Francesco, dopo le notizie che arrivano da Turchia e Siria, ha detto di essere rimasto "profondamente addolorato per l'ingente perdita di vite" provocata dal terremoto, assicurando a tutti i colpiti "la sua vicinanza spirituale". Lo ha comunicato in due telegrammi inviati dal cardinale Pietro Parolin ai nunzi apostolici in Turchia e in Siria, Marek Solczynski e Mario Zenari.