Tra i contenuti esclusivi su Matteo Messina Denaro pubblicati da MOW, uno di quelli che ha fatto più discutere è quello del messaggio vocale mandato dal boss mentre era bloccato nel traffico. Un messaggio inviato alla donna che nell'ultimo anno era diventata amica e confidente dell'allora superlatitante, che (come spiegato nei colloqui a cui ha preso parte il direttore di questa testata, Moreno Pisto) credeva essere solamente un certo Andrea Bonafede.
Era il 23 maggio 2022, anniversario dell'attentato di Capaci e giorno di commemorazione delle stragi di mafia, e mentre era fermo in autostrada nel Palermitano, in ritardo, Messina Denaro provava a giustificarsi così con la conoscente: “Io sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di ’sta minchia. Porco mondo
Altro allo sfogo, che fa impressione se si pensa che tra i tanti crimini per i quali è accusato c’è anche quello di essere tra i mandanti proprio della strage di Capaci (per uccidere il giudice Giovanni Falcone, in un attentato che costò la vita anche alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro) e di quella di via D’Amelio (in cui fu ammazzato Paolo Borsellino), c'è anche un'altra azione di Matteo Messina Denaro sotto mentite spoglie di comune automobilista in preda a rabbia stradale: il boss infatti ha inviato anche una fotografia della situazione del traffico davanti a sé, dall'abitacolo dell'auto su cui viaggiava (o provava a farlo). Un'immagine ora diffusa dai carabinieri del Ros.
Tra le reazioni sdegnate, quella di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nei pressi di Capaci nel 1992: “L'audio con le imprecazioni del boss Messina Denaro, irritato perché le commemorazioni della strage di Capaci lo bloccano nel traffico, conferma la vera e profonda natura dell'uomo che finora i media hanno dipinto più come latin lover di provincia che per quello che è: un criminale senza scrupoli, sanguinario e ben lontano da qualunque ravvedimento e rassegnazione”. E ancora: “Invito chiunque abbia un dubbio sul 41 bis ad ascoltare le parole di questo mafioso stragista colpevole di decine di omicidi. Sentire che le cerimonie per ricordare mio fratello lo abbiano infastidito conferma il valore delle iniziative che da 30 anni portiamo avanti per tenere viva la memoria di chi per combattere la mafia è morto”.