In attesa dell'uscita di altri contenuti esclusivi questa sera su MOW, in contemporanea con il racconto di Massimo Giletti su La7 nel programma Non è l’Arena, ecco uno degli audio più sconvolgenti derivanti dai colloqui a Palermo (a cui ha preso parte il direttore di questa testata, Moreno Pisto) con la donna che nell'ultimo anno era diventata amica e confidente del boss Matteo Messina Denaro, ovviamente credendolo semplicemente tale Andrea Bonafede.
E proprio di Palermo e in particolare del suo traffico parla l'ex superlatitante, in un incrocio di circostanze che ha del macabro e rievoca in maniera mai così sinistra il dolore per le stragi di mafia, e nel caso particolare per quella di Capaci, località siciliana nei pressi della quale alle 17.57 del 23 maggio 1992 Cosa Nostra fece esplodere un tratto dell’autostrada A29 per uccidere il giudice Giovanni Falcone, in un attentato che costò la vita anche alla moglie Francesca Morvillo (a sua volta magistrato) e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro (senza dimenticare altri 23 feriti).
È il 23 maggio 2022, giorno di commemorazione delle stragi, e mentre è nel traffico palermitano, in ritardo, Messina Denaro prova a giustificarsi così con l’amica: “Io sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di ’sta minchia. Porco mondo”. Uno sfogo, quello del boss in versione “semplice utente della strada”, che fa impressione se si pensa che tra i tanti crimini di cui è accusato c’è anche quello di essere tra i mandanti proprio della strage di Capaci e di quella di via D’Amelio. Il boss è stato condannato anche per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino e per le stragi del 1993 a Roma, Firenze e Milano.