"Mio fratello non me lo ridarà più nessuno. Vogliamo giustizia". Queste le parole di Xhuliano Bitri, il fratello di Klajdi, il giovane operaio ventitreenne di origine albanese ucciso a Sirolo con un colpo di fiocina al petto dopo una discussione in strada. Xhuliano ha chiesto che venga fatta giustizia. "Klajdi era così: l’altruismo fatto a persona. Io non posso dimenticare quei tempi quando guadagnava 500 euro in uno stage retribuito e ne destinava almeno 300 a me. Per il mio futuro. Era il mio punto di riferimento, non riesco a pensare quanto mi mancherà". Klajdi ha perso la vita nel tentativo di difendere un amico italiano, Danilo, a sua volta aggredito dall’uomo che l’ha ucciso, Molloul Fatah, un algerino di 27 anni.
Prima della tragedia i due erano stati a pranzo insieme alla famiglia dell'amico: "A metà pomeriggio abbiamo deciso di andare a fare un aperitivo in un locale a Sirolo. Danilo si trovava in auto con la moglie e i figli, noi in un’altra con suo cugino, oltre a me e mio fratello Klajdi. Eravamo un po’ staccati dalla sua macchina. Ad un certo punto, arrivati alla rotonda di via Cilea, la vettura di Danilo si è fermata. Ci siamo affacciati e abbiamo visto l’assassino che si dirigeva verso di lui con fare minaccioso. Mio fratello è sceso subito. Non ci ha pensato due volte: è corso lì ad aiutare Danilo. Ho gridato a mio fratello: ‘Nasconditi, ha un’arma’. Io sono riuscito ad accovacciarmi dietro una macchina, lui non ha fatto in tempo. Quando è arrivato a tre metri, ha esploso il colpo con quel fucile da pesca. Klajdi mi è morto tra le mani. Ho provato a rimuovere la ‘freccia’, poi ho inseguito l’auto dove c’era la compagna del killer ma non sono riuscito a fermarla. Ha caricato il suo uomo e sono scappati. Mio fratello è morto per aiutare gli altri, come faceva con me e la nostra famiglia". Molloul Fatah afferma di non aver sparato, una versione non convince gli inquirenti.