Una vita incredibile, costellata da record che non possono essere eguagliati nello sport moderno
Tutti hanno sentito palrare di Fangio, ma quanto lo conoscono veramente? Nel mondo della Formula 1, Juan Manuel Fangio è un po’ come Napoleone: tutti sanno chi è, ma in pochi alzerebbero la mano per raccontare la sua storia dall’inizio alla fine. Abbastanza lontana da assumere i tratti della leggenda, ma troppo antica per essere un cult dei giorni nostri. Più vincente di Lauda, più mitico di Schumacher, più immortale di Senna. Ma chi è Fangio?
“Il Padrino della Formula 1” dice Lewis Hamilton. “L’uomo che ha ispirato migliaia di persone” continua Fernando Alonso. “Il più grande di tutti i tempi” conferma Jackie Stewart. “L’uomo a cui mi ispiro” sentenzia Ayrton Senna in un vecchio video di repertorio. E se lo dice Senna...
"Juan Manuel Fangio è l'uomo a cui mi ispiro" Ayrton Senna
Una storia, la sua, magistralmente raccontata dal documentario dal titolo "Fangio - L'uomo che domava le macchine", disponibile dal mese di marzo, su Netflix, a partire dalla sua Argentina, passando per la Seconda guerra mondiale e i lavori improvvisati, fino ad arrivare al successo nel mondo delle corse.
Una vita incredibile, costellata da record che non possono essere eguagliati nello sport moderno e raggiunti in un periodo storico in cui la parola “protezioni” non faceva certo parte del mondo delle corse automobilistiche. Il dominio di Fangio gli è valso cinque titoli mondiali in soli sette anni. Cinque campionati del mondo. Un record superato solo 48 anni dopo da Michael Schumacher. Poi il ritiro, senza pentimenti, forse senza la consapevolezza di aver marchiato in modo indelebile la storia del suo sport.
Ma quindi, chi era Fangio? Un genio. Con un lungo conto alla rovescia viene stimato il numero di persone che possiedono una licenza di guida, quelle che competono su quattro ruote, quelle che corrono un Gran Premio, quelle che salgono su un podio e, infine, quelle che vincono. Uno vince. Uno è il genio. Quello è Fangio.