Fosse facile non se ne parlerebbe nemmeno.
E invece abbinare la cravatta all’abito, o anche solo alla camicia, richiede un innegabile buon gusto e in qualche caso anche una discreta cultura generale. Perché dietro ogni abbinamento c’è una storia tutta da scoprire, per chi abbia voglia di andare oltre le regole formali.
Certo, ci si può sempre affidare al colpo d’occhio, sufficiente quanto meno per sgombrare il campo agli abbinamenti più improbabili.
Ma quando, poi, il gioco diventa più complesso e le possibilità di scelta si ampliano, il rischio di sbagliare aumenta esponenzialmente. Per questo è utile dare un’occhiata - rapida o meno dipende dal tempo a disposizione e dall’interesse specifico - alle regole definite nei decenni, generazione dopo generazione: per qualcuno sarà un semplice ripasso, per altri la scoperta di un mondo di sottigliezze, dove l’eleganza la fa (ancora) da padrona.
Partiamo da un grande classico, il più tipico e abituale degli abbinamenti, quello tra la cravatta e l’abito business, incentrato sulla camicia a tinta unita, generalmente bianca o azzurra.
In questo caso, per la cravatta, sarà proprio la tinta unita a qualificarsi come prima scelta. Non vanno però necessariamente scartate soluzioni come quelle che vedono protagoniste geometrie essenziali, oppure righe, o persino pois. Da evitare, invece, i disegni fantasia, le cravatte con loghi a vista o proposte ancora più eccentriche. A meno di "saperle" portare.
Un vecchio adagio della moda classica maschile dice, infatti: impara le regole e come infrangerle. Se quello delle fantasie è, in questo senso, un territorio minato, è altrettanto vero che molto spesso, sono proprio i più navigati e acculturati tra i professionisti delle nostre città, a dilettarsi nell'utilizzo di accessori - come la cravatta - stranamente eccentrici. Tra i pezzi pregiati dei più noti avvocati e delle figure più illustri del terziario nostrano, ci sono di certo le cravette di Hermés, note per i loro pattern molto fantasiosi e che non di rado hanno come protagonisti animali o piccoli disegni. In una direzione simile vanno poi i prodotti dello storico cravattificio Marinella - anche se, come ben sa chiunque abbia avuto il piacere di mettere piede all'interno di uno dei suoi negozi, le fantasie e le tinte a disposizione di ogni cliente sono pressoché infinite. Fanno proprio dell'eccentricità e dell'impiego di disegni molto particolari il loro tratto distintivo, ancora, le cravatte realizzate da Missoni, che anche per questo prodotto non rinuncia alle sue classiche fantasie dai richiami vagamente psichedelici - ma oramai sinonimo di artigianalità e di golden age dello stile italiano.
Liberi tutti, invece, per le occasioni informali, in cui è possibile spaziare in maniera più disinvolta anche con riguardo ai materiali, facendo ricorso in maniera più spregiudicata a cravatte in maglia o in lino.
Tutto il contrario delle cerimonie, dove il formalismo la fa ancora da padrone. È il caso dei matrimoni.
Per lo sposo le scelte sono obbligatoriamente tre: blu navy, argento o grigio perla. Quanto agli ospiti, c'è la possibilità di spaziare abbondantemente, cercando di evitare, tuttavia, le righe e in particolare le cravatte regimental - che sono di dreivazione "college" e per questo considerate troppo informali.
Ad ogni modo, se state leggendo questo articolo per decidere cosa indossare in occasione della prossima cerimonia, sappiate che sarete di certo tra gli invitati più eleganti che vi prenderanno parte. Preparatevi a vederne di tutti i colori e a rabbrividire davanti ai più improbabili abbinamenti, sul sagrato della chiesa.
Tornando a noi, anche le stagioni, e le relative scelte per l’abbigliamento, sono in grado di fornire una ulteriore indicazione circa quale cravatta indossare.
L’estate, ad esempio, è la stagione in cui trovano spazio le camicie di cotone, leggere e magari un po’ più abbondanti, da abbinare a una bella cravatta di lino dal colore a contrasto, senza paura di osare troppo, persino in questa estate post pandemia.
Un buon consiglio è, inoltre, quello di scegliere cravatte più scure della camicia, in modo da far risaltare il prezioso accessorio.
Ovviamente vanno evitati abbinamenti tra colori sgargianti, diversi per camicia e cravatta, per non correre il rischio di sentirsi ben presto a disagio.
Un’altra regola da non dimenticare è quella di non eccedere nel numero di colori nel completo: mai più di tre, per non dare l’impressione di essere più arlecchineschi che eleganti. Da evitare anche altre combinazioni assurde come abiti o camicie a righe orizzontali o verticali, con cravatte dal disegno... perpendicolare! Se si ha poi uno spiccato gusto o una personalità eccentrica si può osare, ma quando si parla di cravatta la moderazione vince sempre.
Da ultimo, ricordate che gli abbinamenti tra cravatte e camicia devono scongiurare nella maniera più assoluta associazioni tra le stesse fantasie. Mai, quindi, cravatta con motivi quadrati con camicia a quadri, cravatta a righe con camicia a righe. Mai, infine, cravatta e pochette della medesima stoffa. Il fazzoletto da taschino può contenere al suo interno richiami ai medesimi colori della cravatta, oppure può essere abbinato alla fantasia delle calze o essere a contrasto con il resto dell'outfit. L'importante è che sia diverso, appunto, dalla prima. Difficile decidere quale indossare? La scelta della pochette è uno dei più limpidi indicatori del senso estetico di ogni uomo. È questo il suo bello. Per i più scettici, citofonare Bimbe di Conte.