Cosa succede se anche i concorsi di bellezza diventano “artificiali”? Attenzione, non parliamo, in questo caso, di concorsi dove le miss fanno ricorso alla chirurgia plastica o a ritocchini per camuffare il proprio aspetto (cosa che d’altra parte abbiamo visto e rivisto in mille versioni), ma di veri e propri concorsi di bellezza interamente artificiali, o per meglio dire virtuali, dove tutte le concorrenti non esistono nella realtà, ma sono frutto dell’intelligenza artificiale.
Negli ultimi giorni è arrivata dal Regno Unito la notizia sul primo concorso di bellezza al mondo, dove le concorrenti che si sfideranno saranno ragazze create interamente con intelligenza artificiale e che dunque non esistono nel mondo reale. Fra le caratteristiche valutate, oltre alla bellezza estetica, anche la rilevanza sui social media e, infine, le competenze nell’uso delle IA dei creatori e programmatori, per un premio finale 20.000 dollari. La cerimonia si svolgerà ovviamente – e inevitabilmente – online e anche la giuria sarà composta da intelligenze artificiali. Insomma, qualcuno potrebbe anche dire “tutto bellissimo” – come diciamo spesso noi a MOW – e di fatto questo concorso, forse, non nuoce a nessuno. Ma ne abbiamo davvero bisogno?
L’idea del concorso è di Will Monange, giovane imprenditore e amministratore delegato della piattaforma per creatori e programmatori Fanvue che, proprio a proposito del concorso, ha detto che spera diventi “una cerimonia degli Oscar dei creatori di IA e del loro impatto sull’economia”. Non è in realtà chiaro, al momento, che impatto possa avere un simile concorso sull’economia globale, ma certo è che l’iniziativa potrebbe spingere molti giovani creatori a voler competere per il premio e mettersi in gioco, creando una sorta di “reazione a catena” e partorendo migliaia di nuove modelle e influencer generate con IA.
Tuttavia, non è la prima volta che donne create con intelligenza artificiale partecipano a iniziative e attività che solitamente sono svolte da esseri umani in carne e ossa, dato che nell’ultimo anno abbiamo visto decine di nuove influencer, creatrici digitali, modelle e persino conduttrici tv create con IA moltiplicarsi come funghi: da Aitana Lopez, una modella generata con IA che conta più di 300.000 follower su Instagram (e che ovviamente parteciperà al concorso) ad Alba Renai, personaggio creato da una società di marketing spagnola e scelto per condurre il reality Supervivientes (la versione spagnola de L’isola dei famosi).
In Italia siamo lontani – forse – dalla realizzazione di un simile progetto, dato che siamo ancora presi con le polemiche legate ai concorsi di bellezza fra miss “reali”, tipo il tanto discusso concorso di Miss Italia accusato di essere "sessista" solo alcuni mesi fa. Eppure a leggere una simile notizia, vien da chiedersi: la donna di successo del futuro – o per riprendere il titolo la “fregna” – sarà dunque immaginaria?
Noi speriamo di no, ma del resto la sempre più massiccia e pervasiva presenza delle intelligenze artificiali nella vita di tutti i giorni è sotto agli occhi di tutti. Solo l’anno scorso è uscito persino un libro, proprio in Italia, scritto da un’intelligenza artificiale (la nota ChatGPT) a proposito delle intelligenze artificiali e del loro senso, Imito, dunque sono? (Bietti). Un progetto provocatorio che non a caso riprende anche il più noto Isaac Asimov, fra gli autori più importanti in questo campo, che teorizzò le famose tre leggi della robotica e il romanzo Io robot. Eppure, riprendo una nota citazione proprio di quel romanzo “Vede, è assolutamente impossibile distinguere un robot dal migliore tra gli esseri umani”, speriamo che la previsione sia errata.