Fai la fila, entri, prendi una borsa e la riempi “fino all’orlo” per 18 euro. Il fenomeno del weekend appena trascorso è stato “All you can wear”, l’evento organizzato da Di mano in mano a Milano che ha permesso a tantissimi ragazzi e ragazze di fare (come si legge nel sito della manifestazione) “una scorpacciata di shopping sostenibile”. All’evento di viale Espinasse 99 (a Nord Ovest della città) si trovavano abbigliamento, accessori e scarpe. Usati e non. Alcuni capi infatti erano dei “new old stock” ovvero dei prodotti d’annata ma ancora etichettati o confezionati. Centinaia di persone hanno atteso per ore l’apertura della struttura formando una coda chilometrica lungo tutto l'isolato. Una volta dentro I clienti hanno avuto a disposizione 31 bancali, con abiti vintage ma anche costumi, federe e lenzuola. Partecipare a questo tipo di manifestazioni è una catarsi per gli appassionati di moda. Si agisce eticamente (il catalogo è all’insegna del riuso), si contribuisce alla causa di associazioni socialmente attive e si risparmia, con la possibilità di rivendere poi su Vinted alcuni articoli, guadagnandoci qualcosa. Il successo di questo evento all’insegna del vintage non è un caso isolato. Stiamo assistendo infatti alla (ri)esplosione dello shopping nei mercati. Basta frequentare il noto mercato del sabato di Viale Papiniano a Milano per capire che le bancarelle non sono più percepite come sinonimo di bassa qualità e ad uso esclusivo di una popolazione più anziana. Ci sono infatti tantissimi giovani che scavano tra le pile di vestiti per trovare quell’affare da mostrare a tutti. Dove? Su TikTok. Il trend dell’usato di qualità ha avuto la sua rinascita grazie alla piattaforma d’intrattenimento.
Lo shopping nei vecchi mercati milanesi o romani, così come quello a “All you can wear”, sono quel tipo di occasione perfetta per essere riprodotta in un breve filmato. Di solito un video del genere si apre con questo tipo di domanda: “E tu, sei mai stato a un All you can eat di vestiti?”. La curiosità aumenta e si continua nella riproduzione del filmato. Si passa poi a immagini di file interminabili, si vedono una location obsoleta ma affascinante e giovani stilosi che potrebbero essere pronti per una catwalk in passerella. E poi che succede all’interno? Vestiti buttati su grandi tavoli e frenetica ricerca di qualche chicca. La parte che piace di più agli utenti di TikTok è però un’altra: la video haul. Il video-haul è letteralmente il video-bottino. Avete presente quando, dopo una giornata di shopping, siete impazienti di mostrare agli amici cosa avete comprato? Ecco, il video haul è lo stesso meccanismo che però ha l’ambizione di arrivare a un pubblico più ampio. Su YouTube e TikTok milioni di contenuti con persone (non necessariamente famose) che svuotano i sacchetti con i loro acquisti. Durante questi video, gli “hauler” illustrano ogni dettaglio prodotto, parlando di tessuti, qualità e aneddoti che riguardano quello che può essere un capo di abbigliamento, un libro o un accessorio per la casa. Tra gli hauler più noti in Italia ci sono Call me Sam, un ragazzo romano che fa i suoi Haul direttamente da Porta Portese a Roma oppure "g.iuli", una ragazza che vive in Salento con la passione dei mercati. “Cosa prendo con 10 euro al mercato?” e le selezioni sono davvero interessanti. Jeans a 1 euro, t-shirt a 50 centesimi, felpe a 2 euro. E forse chi li guarda sente un po’ quella competizione che spinge a pensare: “se questi su TikTok trovano cose così a pochi euro perché non inizio a farlo anche io?”