Requiem for a (reality) show. Se oramai da anni, eccezion fatta per il periodo pandemico, il Grande Fratello aveva finalmente perso allure agli occhi del pubblico nostrano, eccolo tornare in onda lunedì 11 settembre su Canale 5 con la sua diciassettesima edizione. Per farlo, il papà di ogni morto di fama catodico e non solo ha indossato un abito tutto nuovo, decisamente talare. Se, infatti, un sacerdote varcherà davvero la porta rossa fra qualche giorno, per ora abbiamo visto entrare solo i parrocchiani. "Tutte persone, non personaggi", assicura il conduttore Alfonso Signorini ancora grato di essere riuscito a mantenersi il posto di lavoro al timone del programma nonostante gli scazzi e le derive iper trash della scorsa stagione. La musica è cambiata per diretta volontà di Piersilvio Berlusconi e dalla canzone zarra e pregna di doppi sensi da giostre di Cinisello Balsamo che il Grande Fratello è stato fino a cinque minuti fa, ora cerca di passare per Schubert. Operazione già risibile nelle intenzioni, ma tutti i coinvolti sembrano crederci fortemente. Andando così a solleticare il senso del ridicolo di ogni spettatore medio, fosse anche un gargoyle. Come realizzare tale magia di austerity alla bell'e meglio? Semplice! Puntando sulla classe operaia che, a quanto pare, oggigiorno magari non andrà più in Paradiso, ma al Grande Fratello sì. Ed è un bene? Sorgono già le prime, ferali perplessità...
"Fiat lux". Alfonso Signorini, mai così a suo agio nel ruolo di Padreterno, accende le luci di questa edizione in uno studio oscuro e buissimo, neanche troppo sottile metafora del teatro di dissoluta perdizione morale che il GF era oramai diventato negli anni, Evitando per un pelo di far recitare al pubblico l'atto di dolore - ma confidiamo nelle prossime puntate, eccolo dare il benvenuto ai nuovi concorrenti, sia Nip (ossia non famosi) che Vip (ovvero, i soliti morti di fama scartati ai casting dell'Isola ma pure da quelli di Cortesie per gli Ospiti). Entra un macellaio venticinquenne che, dice, non ha mai visto in vita una puntata del reality perché si sveglia ogni mattina tra le cinque e le sei e rincasa alle 23. Dove trovi il tempo, comunque, di svolgere pure la nobile professione di modello è ignoto. E in puntata non se ne parla perché mansione chiaramente fuori dalla linea editoriale.
Poi abbiamo l'operaia montanara Giselda, unica donna in una fabbrica di colleghi uomini che, in collegamento, la salutano mentre uno di loro, eroico, simula con la mano una fellatio. In diretta non se ne parla, sui social invece eccome e ci dà un quasi perverso piacere immaginare Signorini in camerino col cilicio a fine puntata. Comunque la parata di "persone per bene con storie incredibili e lavori normali" non si placa, è oramai vero e proprio tsunami: si palesano un calzolaio "pieno di debiti", un bidello, quella che ha rinunciato a Miss Italia per proseguire gli studi e oggi è capoccia del marketing, un'altra sedicente plurilaureata (in realtà ha Triennale, Magistrale e sta studiando per conseguire un Master) che si offende a morte se qualcuno le dice "Sei bella". Lei ha un cervello, sapete. Infine, la ristoratrice orientale reduce da disturbi alimentari che racconterà la sua incredibile ascesa nelle prossime puntate. Peccato solo che lo abbia già fatto sul suo seguitissimo profilo Instagram (oltre 300K) in pratici reel da due minuti, due minuti e mezzo. E quindi? E quindi la classe operaia va al Grande Fratello. Solo che è, come spesso capita in tv, soltanto mera rappresentazione a cui credere è puro atto di fede. Da fessacchiotti.
Il ritorno alle origini del papà di tutti i reality è di fatto impossibile nell'era dei social, ma gli autori vogliono crederci lo stesso e allora piazzano il mezzobusto del Tg5 Cesare Buonamici come opinionista unica in studio. Non facciamo in tempo a chiederci come sia finita lì che subito lei stessa dimostra di non averne idea. "Non mi piacciono le telenovelas con centinaia di puntate - informa - mi annoiano". Come fare a spiegarle dove si trova, a questo punto, è la domanda. Intanto, loda gli inquilini per la loro statura morale, ancora prima che questi aprano bocca. "Alfonso, non lo vedi quanto sono normali?", ripete a ogni inquadratura, come se stesse di fronte a una specie protetta, rarissima: i poveri. Che poi lo siano davvero o per copione è un altro paio di maniche.
Stando alla narrazione, comunque, questi sarebbero personaggi con cui lo spettatore, l'italiano medio dovrebbe o potrebbe empatizzare. Macchiette abbozzate strappate via da un qualunque cinepanettone dei Vanzina. Ma qualcosa si ruba anche da Checco Zalone con il concorrente "meridionale che per tutta la vita ha sognato il posto fisso, come gli diceva mamma". Lato "Vip" non va certo meglio. L'unico riconoscibile è l'ex atleta rovinato dal doping Alex Schwazer che dice di essere lì per prepararsi alle prossime Olimpiadi. Proprio non poteva farlo a casa sua? Proprio non poteva farlo a casa sua. Poi, è tutto un pantano di vecchie glorie anni Duemila (l'attrice della soap Vivere, un CarrambaBoys che viene definito "attore" per aver preso parte alla fiction Carabinieri - ciumbia!, la protagonista della telenovela anni Ottanta Topazio, una ex professoressa de L'Eredità). Ogni "inquilino" - guai a chiamarli ancora "Vipponi" - ha una storia alle spalle, tendenzialmente di grande fatica e sofferenza. Come se non bastasse Instagram, insomma, nei prossimi mesi ci dovremo accollare anche i tiramenti di questi qua tra padri assenti, deceduti, infanzie complicate e pure una ventiquattrenne replicante di Andrea Delogu, made in Riccione, nata e cresciuta nella comunità di San Patrignano da genitori tossicodipendenti. Ottima occasione per un piccolo spazio pubblicità offerto da Cesara Buonamici che ricorda al pubblico tutto: "San Patrignano è vita". Chiunque abbia visto la celebre serie Netflix SanPa, aggrotta il sopracciglio destro, poi quello sinistro e, infine, impreca forte.
La classe operaia va al Grande Fratello e non ce ne frega niente. Anche perché oltre a non essere per nulla "classe operaia - basti pensare che la ristoratrice di origini cinesi sia tra le migliori amiche di Fedez tanto che lei e il suo locale compaiono in una puntata di The Ferragnez, stando alle (malfatte) presentazioni non si rende interessante. Non rimpiangiamo quello che c'è stato prima tra trash, corna, amorazzi e morti di K milionari, ma allo stesso tempo, non abbiamo la minima curiosità di scoprire cosa avverrà da qui in poi. Problemuccio non da poco, considerato che siamo di fronte a un reality. Qualcosa, pure stavolta, è nato storto. Ma questo, probabilmente, già dal 2000.