In un momento storico in cui mancano la voglia e la forza di sognare, la moda deve aprire una finestra di speranza sul futuro, proiettandoci in nuovi immaginari artistici più allettanti del nostro presente. Dior maneggia sapientemente l’attualità e modella un futuro surreale e divertente, che fa sorridere soprattutto per la sua esasperazione, così assurdo e al contempo così umano. Sono proprio questi gli aggettivi che descrivono l’uomo creato nel laboratorio di Kim Jones, il Direttore Artistico di Dior Men (e da settembre, pure della linea femminile di Fendi). Un cyber Frankenstein ammiccante, che assomiglia ad un supereroe dei fumetti, però un po’ effemminato e con un’innata classe nel vestire. Dior fonde insieme tutti gli universi che ha a disposizione e porta in passerella una collezione inaspettata e piena di contrasti, una galassia pop al limite tra sogno e incubo.
Kim Jones sa che la moda non sopravvive da sola, ma che la tradizione va reinventata e contaminata. La Maison francese che si evolve senza sosta da più di 70 anni, ad oggi pullula di menti brillanti che si incontrano sotto il segno dell’arte e concepiscono collaborazioni affascinanti e all’avanguardia. Dopo KAWS, Hajime Sorayama e Daniel Arsham, arriva ora Kenny Scharf, l’icona della street art americana, che negli anni Ottanta ha iniziato la rivoluzione artistica dei graffiti insieme a Keith Haring e Basquiat. Le sue grafiche iper colorate diventano stampe e ricami sui pezzi iconici della collezione, e alternano personaggi fiabeschi ad animali dell’iconografia dell’oroscopo cinese. I modelli marciano come guerrieri (o estetisti) dello spazio sullo set psichedelico del regista Thomas Vanz, al ritmo dell’ipnotica trama musicale di Honey Dijon e Lady Miss Kier. Un New Look in stile cartoon, che prende elementi del passato e li rielabora in chiave futuristica, per la creazione di un presente del tutto atemporale. Il risultato è l’arte per il gusto dell’arte, uno scorcio sorridente sul futuro, un sentiero cosmico in pattini a rotelle, un trip di DMT mentre guardiamo Star Trek. Che senso ha? Non ci è dato saperlo, deve solo farci sognare, perché è l’unica cosa di cui abbiamo bisogno.
Il rossetto da uomo
Se la sfilata di Dior ci sembra un viaggio futuristico al limite della comprensione umana, la parola chiave è invece più attuale che mai, ed è genderfluid. I supereroi di Kim Jones non hanno sesso, infatti più che una collezione per l’uomo, l’autunno 2021 assomiglia ad una sfilata di alieni che cercano di darsi un tono antropomorfo, infilandosi una giacca al volo mentre scendono dall’astronave. Alcuni addirittura rimangono in ciabatte, sprezzanti verso il pianeta Terra. L’uomo ideale di Dior ha una bellezza ultraterrena e la accentua con un make-up minuzioso, che sottolinea i punti luce del viso e la definisce struttura degli zigomi e delle sopracciglia. E - rullo di tamburi - il protagonista del beauty backstage è per la prima volta un rossetto/balsamo per uomo. Si tratta di un prodotto couture eco-sostenibile e ricaricabile, all’estratto di fiori di melograno, peonia rossa e burro di karité. Il Rouge Satin Balm 000 lenisce le labbra, idrata, e secondo i make up artist può anche essere utilizzato sugli zigomi per illuminare. Un vero e proprio trattamento per l’inverno che si rivolge direttamente al pubblico maschile, che negli ultimi anni si è avvicinato enormemente al mondo del make-up. E non stiamo parlando solo delle drag. Secondo Peter Philips infatti, Direttore della Creazione e dell’Immagine Dior Make Up, questo avvicinamento è stato facilitato soprattutto dai social. Alla fine dei conti i filtri non sono altro che un trucco virtuale, quindi perché privarsi di un alleato di bellezza nella vita quotidiana?
L’uomo che Dior ci propone incuriosisce, stupisce e attrae grazie alla naturalezza con cui vive la propria vanità, senza trasmetterci l’urgenza di ancorarsi a degli standard predefiniti di genere. Ma l’uomo di Dior è ancora uno spirito artistico, un ideale di bellezza che tutti vorremmo abbracciare ma che nessuno osa toccare, intrappolato in un mulinello sessuale di pregiudizi ed etichette. Non siamo pronti, e quando lo saremo forse, sarà già passato di moda.