Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci dal 2015, non smette mai di divertirsi. A detta sua, gestire la casa di moda più influente del mondo è la cosa che lo diverte di più in assoluto. Con le sue sperimentazioni strampalate, da più di cinque anni diverte un sacco anche noi, e ad ogni collezione ci proietta in un universo artistico variopinto e all’avanguardia. L’immaginario Gucci tocca l’arte nella sua totalità, puntando soprattutto sul potere del cinema attraverso i suoi celebri fashion film. È importante sapere, infatti, che prima di addentrarsi nel mondo della moda, Michele era intenzionato a diventare uno scenografo, oltre ad essere il figlio dell’assistente di un film executive. Con lui alle redini, Gucci prende le distanze dal concetto canonico (e obsoleto) di alta moda italiana, pur rimanendo fedele e grato alle tradizioni del suo passato. Ma la cosa più importante è che è stato il primo colosso italiano ad avere il coraggio di farlo, meritandosi il titolo di portavoce di una vera e propria rivoluzione artistica.
Chi avrebbe mai immaginato, qualche anno fa, quando altro non era se non un brand per signore di mezza età e fighetti del centro, che Gucci avrebbe potuto inventare un impero fatto di draghi, rockstar e canti gregoriani?
Alla fine del 2020, ormai dovremmo tutti sapere chi è Alessandro Michele. E se così non fosse, bastano due click per ottenere ogni tipo curiosità sul suo conto, dalle info sul passato artistico variegato, al fatto che non è mai puntuale, fino ad arrivare alla sua collezione di Carlini di porcellana. Ma chi sono invece i personaggi che orbitano nell’aura fatata di Lallo25 (questo il suo nickname su Instagram, ndr)? Di chi si circonda il Re Mida di Gucci, per stupirci e deliziarci con i suoi voli pindarici nei cieli della moda?
Il primo tra tutti è senza dubbio è l’iconico Harmony Korine, il regista di nicchia americano dai toni sfacciati e surreali, padre di Kids, Gummo e Spring Breakers. La sua produzione artistica e cinematografica è da sempre manifesto di una generazione di sbandati ed irrequieti, che alla fine non sono altro che lo specchio della sua personalità. Con lui Alessandro Michele ha lavorato sulle ultime campagne pubblicitarie, i quali testimonial hanno spiccato per la loro fama già affermata e il loro stile inimitabile. Chi altro riuscirebbe mai a prendere tre artisti tra loro divergenti, del calibro di Iggy Pop, Tyler, The Creator e A$AP Rocky, e a fonderli insieme come se fossero fratelli in una pubblicità? In pochi, nel mondo della moda, possono permettersi di farlo senza che qualcosa stoni. Il risultato finale è divertente, inclusivo e in men che non si dica iconico in tutto il mondo. D’altronde, cosa potevamo aspettarci dopo dei testimonial come Lana Del Rey e Jared Leto? Ebbene, questo è solo l’inizio della trafila di sorprese che Gucci ha in serbo per noi.
Il prossimo attesissimo collaboratore della casa di moda italiana è il tenebroso Gus Van Sant, regista di Milk, Will Hunting - Genio Ribelle, e di quel terribile remake di Psycho. Stavolta sarà co-direttore di una mini-serie di sette episodi che esordirà durante il GucciFest, al fianco di Alessandro Michele che si presenta ancora una volta nelle vesti di un poliedrico tuttofare. La serie è girata a Roma e ha come protagonista Silvia Calderoni, artista e performer, qui in vesti di attrice, immersa in una routine surreale, circondata da personaggi famosi ed abiti mozzafiato. Insomma, ordinaria amministrazione. Tra i testimonial presenti durante le puntate spiccano i nomi di Billie Eilish, Harry Styles e Florence Welch, già amici affezionati del brand. La collezione verrà svelata a partire dal 16 novembre, giorno dopo giorno su YoTube, Weibo e Gucci YouTube, e come se non bastasse Gucci proporrà anche una sequenza di mini film incentrati sulle creazioni di 15 stilisti emergenti.
Alessandro Michele mette in atto la sua volontà, già preannunciata nel manifesto “Appunti dal Silenzio”, di non rispettare i canoni della stagionalità, lasciandosi guidare dall’ispirazione. La scelta di sottrarsi ai ritmi e alle cadenze del sistema moda è un “audace atto di fondazione di un nuovo universo creativo”, che vuole elogiare l’artista nella sua concezione più pura e primordiale.
La purezza infatti, insieme alla libertà espressiva, è diventata al contempo la chiave e la sfumatura del brand, che che sfugge incantato ai canoni sociali, e ora anche alla tirannia della velocità. Senza dubbio la condizione storica in cui ci siamo ritrovati ha fatto riflettere un ampio bacino di creativi spingendoli a rivoluzionare la propria arte, e da Gucci dovevamo aspettarci una mossa così audace ed inedita.
Per quanto ci riguarda, nel desolato mese di reclusione ci sentiremo meno soli grazie a questa mini serie. Non è che il visionario Alessandro Michele aveva già previsto anche il lockdown?