C’è qualcosa di quasi mistico nel modo in cui Bianca Censori attraversa l’etere visivo contemporaneo: una sequenza infinita di fotogrammi in cui il tessuto è sempre meno e la pelle sempre più protagonista, mentre il concetto stesso di abito si dissolve in un’esibizione di pura presenza. Questa volta la scenografia è l’Italia del 2023, un luogo e un tempo che già suonano come un'eco lontana, come un sogno erotico frammentato tra le rovine di un’estate perduta. Ventidue scatti su Instagram, un carosello di nudità trattenuta a stento da un reggiseno color carne e un perizoma che sembra più un’idea che un indumento.
Eppure, mentre il tanga e il reggiseno (bagnato e quindi trasparente) nude look lasciano spazio all’immaginazione solo quanto basta per stuzzicare la censura algoritmica, è il dettaglio delle ginocchiere e delle gomitiere a rendere l’intera messa in scena paradossale, grottesca, surreale. Protezione totale per le articolazioni, ma non per l’idea stessa di esposizione pubblica. È come se, nell’universo estetico della moglie di Kanye West, la nudità fosse diventata l’outfit definitivo, l’uniforme di un post-moderno gladiatore dell’attenzione mediatica.
Censori – con i suoi capelli corti e scuri, il trucco da guerriera urbana e il corpo perfetto nella sua fragilità da avatar sessuale – scivola sui roller come un’allucinazione, come una versione aggiornata e glitchata della Venere di Botticelli, catapultata in un feed di Instagram senza fine. “Più provocante di sempre”, “Una visione ultraterrena”, “Battuto il red carpet dei Grammy”, scrivono gli utenti.

Il fotografo Gadir Rajab la immortala in pose che oscillano tra il languore e la sfida. In uno scatto, la vediamo con le braccia dietro la testa per evidenziare il seno, un’ombra di smoky-eye a incorniciarle lo sguardo perso altrove.
Le foto, pubblicate da Bianca appunto con la didascalia “Italy, 2023”, ci riportano a un’estate in cui lei e Kanye West, il suo oscuro signore, già flirtavano con lo scandalo. Venezia, settembre 2023: i due, banditi da una compagnia di taxi acquatici per esposizione indecente, avevano trasformato i canali in un teatro dell’assurdo. Ma qui, nei nuovi scatti, Kanye non c’è. Bianca plana sola, regina di un regno che non ha (almeno in quel momento) bisogno di un re. È una scelta, forse una liberazione. O magari solo un altro capitolo di questa narrazione.

Kanye: liberazione o nuovo vincolo?
L’assenza di Kanye West è il vuoto che riempie ogni foto. Se fino a ieri il dubbio era se l’architetta divenuta musa silenziosa del suo maestro fosse una figura autonoma o una scultura vivente da esporre, oggi la domanda diventa un’altra: chi è Bianca Censori quando non è più l’accessorio più prezioso del brand Kanye?
Il rapper l’aveva già definita come qualcosa su cui esercitare "dominio", ma non da controllare. Certo, altre ex – Amber Rose, Julia Fox – hanno dipinto un ritratto meno indulgente di Ye, raccontando di abiti imposti, di volontà plasmate come se fossero pezzi di argilla da scolpire per un'estetica che non ammette repliche.
Eppure, anche senza di lui al fianco, Censori non smette di mostrarsi. Forse non per ribellione, ma per necessità: perché ormai è così che si parla, così che si esiste, così che si resta. Un'immagine senza parola, una silhouette che si fa icona e si consuma all'istante, pronta per il prossimo scatto, il prossimo click, il prossimo scandalo che scandalo non è più.
Il post-Kanye (o il momentaneo senza-Ye) di Bianca è un mondo in cui si resta nudi.


