image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Think twice
Think twice

Il boato del pubblico al Paul Ricard e tutte le cose che avevamo dimenticato

Giulia Toninelli

22 giugno 2021

La competizione, rabbiosa ed elegante insieme, torna in pista dopo anni di egemonia tedesca. Il boato del pubblico che si alza, e grida, e che non sembra dover care i conti con distanziamenti sociali e assembramenti. C'è stato un momento, un solo momento, in cui al Paul Ricard tutto aveva finalmente di nuovo la forma di quello che avevamo dimenticato

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Max Verstappen di traverso all'ultima curva dell'ultimo giro del Paul Ricard, come a lasciare la propria impronta anche lì, per dire che ce l'ha fatta anche dove Red Bull veniva data per sconfitta assicurata, anche dopo un errore in partenza che doveva aver chiuso i giochi e consegnato punti importanti nelle mani di sua maestà Lewis Hamilton, il Re da spodestare dal trono di una Formula 1 che da troppi anni ormai porta solo il suo nome. 

Max allunga sul campionato mentre con la testa guarda avanti, resettando la gara per concentrarsi sulla lunga distanza. Lui era un centometrista: fortissimo sullo scatto singolo, fantasista, problematico sulla costanza. Era giovane, irruento, con tutto da dimostrare. Oggi lo guardi e pensi alle maratone, perché il cambiamento mentale vero di Verstappen certo non sta nel talento, che non gli è mai mancato, ma nella testa che ha iniziato a pensare in modo diverso: alla squadra, ai punti, a un mondiale che va conquistato mettendo un piede davanti all'altro. 

Così mentre Mercedes fatica dove non l'avevamo mai vista perdere colpi, Red Bull si comporta come un vero team dalla mentalità vincente. Finalmente la coppia di piloti funziona, e anche quando il numero uno sbaglia - come fatto in Francia in partenza - la scuderia c'è, e fa di tutto per recuperare.

E noi ce lo eravamo dimenticati, che la Formula 1 è questa cosa qui. Ormai da anni troppo abituati a un'egemonia tedesca in cui ogni cosa girava sempre nel modo giusto, in cui un pilota perfetto, supereroe della velocità, si incastrava alla perfezione dentro un meccanismo fatto di tecnica, lavoro e sviluppo. 

Perfetto, troppo perfetto. Perché la Formula 1 deve essere un Gran Premio che per almeno tre volte cambia faccia, in cui proprio quando sembra tutto deciso, tutto finito, succede qualcosa che ribalta le aspettative, i punti, le gioie dei tifosi. 

20210622 172116085 6539

Al Paul Ricard questo weekend c'è stato un momento, uno solo, in cui la sensazione di aver dimenticato per troppo tempo qualcosa di questo sport è riaffiorata insieme alla consapevolezza di averla ritrovata. 

Quando Max Verstappen, in rimonta dopo un cambio gomme necessario, ha agganciato Lewis Hamilton puntandolo e superandolo senza lasciargli il tempo di capire che cosa stesse succedendo, il pubblico si è alzato in piedi e nelle televisioni di tutto il mondo si è sentito, di nuovo, il boato delle urla. Non c'era pandemia, autodromi senza pubblico, non c'erano gare senza azione, neanche in Francia dove tutti pensavamo ci saremmo addormentati, narcotizzati da una pista noiosa. Non c'erano previsioni o prevedibilità. 

Avevamo dimenticato il capitale umano. Quello dei piloti che competono per davvero, per la vittoria del mondiale, che vale tutto. E non per un terzo posto, per stare ai piedi del podio, o per arrivare nella zona punti. Qui si lotta per il tutto o per il niente, per chi il trono lo deve mantenere e per chi non ci è mai salito. E ci eravamo dimenticati del capitale umano del pubblico, quello che grida, che si alza, che c'è e che torna a godere negli autodromi, abbracciandosi, bevendo birre gelate sotto il sole e spendendo soldi (di solito pure tanti) per un gioco che è come una roulette russa. Un atto di fede da cui si esce esaltati o delusi, e dove in ogni caso si urla troppo e si piange un po'. 

Quel momento, al Paul Ricard, ci ha ricordato delle persone che sono il cuore di questo sport. I piloti, i tifosi, le squadre. Il capitale umano che avevamo dimenticato, e che questo mondiale ci ha fatto riscoprire, chiunque ne esca vincitore. 

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da FORMULA 1® (@f1)

Tag

  • Formula 1
  • Formula1

Top Stories

  • Chef Guido Mori distrugge la “Carbondoro” trash da 70 euro di Milano: “Caviale (il meno costoso) e zafferano insieme? Fanno cagare. L’oro sopra? Non ha sapore. È un piatto in stile Dubai”. E non chiamatela carbonara: “Vuole attirare turisti, ma…”

    di Riccardo Canaletti

    Chef Guido Mori distrugge la “Carbondoro” trash da 70 euro di Milano: “Caviale (il meno costoso) e zafferano insieme? Fanno cagare. L’oro sopra? Non ha sapore. È un piatto in stile Dubai”. E non chiamatela carbonara: “Vuole attirare turisti, ma…”
  • Francesco Martucci (I Masanielli): “La pizza non è un bene di lusso, con 20 euro non ci metti neanche la benzina”. Cracco? “Se vado da Carlo in Galleria so cosa mi aspetta, mica puoi pagare come a Fragneto Monforte”. E sul Napoli…

    di Angela Russo

    Francesco Martucci (I Masanielli): “La pizza non è un bene di lusso, con 20 euro non ci metti neanche la benzina”. Cracco? “Se vado da Carlo in Galleria so cosa mi aspetta, mica puoi pagare come a Fragneto Monforte”. E sul Napoli…
  • Ma cosa sono i Labubu che Fedez ha comprato ai figli (che Chiara Ferragni ha scoperto essere tarocchi)? Pupazzi di moda da appendere alle borse Valentino e Balenciaga (e che Matteo Gracis critica)...

    di Angela Russo

    Ma cosa sono i Labubu che Fedez ha comprato ai figli (che Chiara Ferragni ha scoperto essere tarocchi)? Pupazzi di moda da appendere alle borse Valentino e Balenciaga (e che Matteo Gracis critica)...
  • Puoi avere un Rolex a 15 anni? Se sei Nathan Falco Briatore sì. Ecco il modello che indossa (e quanto costa) in foto con papà Flavio e la sorella Leni Klum

    di Jacopo Tona

    Puoi avere un Rolex a 15 anni? Se sei Nathan Falco Briatore sì. Ecco il modello che indossa (e quanto costa) in foto con papà Flavio e la sorella Leni Klum
  • Ma com’è il ristorante “Mimì alla Ferrovia” di Napoli (quello dei vip, da Maradona a Katy Perry)? Una storia d’amore (da documentario) tra famiglia Giugliano e cucina partenopea. E come si mangia? Tra ’o puparuolo mbuttunato e le bruschette...

    di Angela Russo

    Ma com’è il ristorante “Mimì alla Ferrovia” di Napoli (quello dei vip, da Maradona a Katy Perry)? Una storia d’amore (da documentario) tra famiglia Giugliano e cucina partenopea. E come si mangia? Tra ’o puparuolo mbuttunato e le bruschette...
  • NELLA RETE DEL SUO TOP. Bianca Censori in foto senza Kanye West né vestiti: si vede tutto, tra sopra a buchi e sotto trasparente. E su Instagram i “connotati” scompaiono per la censura. Ma rimane l’ombra di Kim Kardashian...

    di Benedetta Minoliti

    NELLA RETE DEL SUO TOP. Bianca Censori in foto senza Kanye West né vestiti: si vede tutto, tra sopra a buchi e sotto trasparente. E su Instagram i “connotati” scompaiono per la censura. Ma rimane l’ombra di Kim Kardashian...

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Vaticano contro il Ddl Zan, Vittorio Feltri: «La Chiesa va ascoltata, ha formato la cultura europea»

di Gianmarco Aimi

Vaticano contro il Ddl Zan, Vittorio Feltri: «La Chiesa va ascoltata, ha formato la cultura europea»
Next Next

Vaticano contro il Ddl Zan, Vittorio Feltri: «La Chiesa va ascoltata,...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy