«Certamente c'è la preoccupazione della Santa Sede e di ciascuno di noi». Così ha stupito tutti il cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, rispondendo, nel corso di una conferenza stampa sugli anziani, ad una domanda sull'intervento della Santa Sede rivolto contro il ddl Zan. Il Vaticano ha infatti chiesto al governo italiano di modificare il disegno di legge contro l'omofobia. Secondo la Segreteria di Stato violerebbe «l'accordo di revisione del Concordato». Nei giorni scorsi, inoltre – come segnalato dal Corriere della sera – è stata consegnata all'ambasciata italiana presso la Santa Sede una nota a firma del Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati monsignor Paul Richard Gallagher, quindi formalizzando la richiesta.
Le reazioni non si sono fatte attendere, soprattutto critiche, in particolare da chi si sta battendo per l’approvazione di questa legge. Ma Vittorio Feltri, il direttore editoriale di Libero – che abbiamo contattato telefonicamente – non ci sta. E ci ha spiegato perché, condivisibile o meno, l’opinione del Vaticano va rispettata, visto che anche per i laici rappresenta la base della cultura europea.
Direttore, come ha reagito a questa richiesta del Vaticano verso il Ddl Zan?
Credo che sia del tutto legittimo che il Vaticano dica la propria opinione e faccia anche dei passi affinché la propria opinione diventi realtà. Mi pare che stia nel gioco delle parti. Non so come reagirà la politica, ma dovrà comunque tenerne conto. Il Vaticano non è l’ultima ruota del carro. Facciamo la penultima, però non proprio l’ultima…
Non solo dichiarazioni e opinioni, ma una nota formale che mette in discussione addirittura il Concordato. È uno scontro frontale sui diritti delle coppie omosessuali?
Non lo definirei uno scontro frontale. Ha fatto presente che esiste un Concordato, che non è stato firmato solo dal Vaticano, ma anche dallo Stato italiano. Quindi va esaminato, tenendo conto di tutte le osservazioni che vengono sollevate. Si può non condividerle, però non si possono trascurare come se fossero delle barzellette.
Ha detto che la politica dovrà tenerne conto. Pensa che oggi il Vaticano sia ancora in grado di influenzare fattivamente il governo italiano sull’approvazione o meno di una legge?
Io non essendo un veggente non posso dire come andrà a finire. Ci saranno un dibattito, delle polemiche, degli attacchi. È fisiologico. Non mi spaventa. Mi infastidisce, invece, che quando parla il Vaticano è come se parlasse il primo che passa. Non dimentichiamo che pressoché tutta l’Europa ha avuto una formazione cristiana, per cui almeno una forma di rispetto per chi ci ha formati ci vorrebbe. Persino gli atei come me hanno una cultura cristiana. Anche solo perché a scuola ci hanno rotto i coglioni con I Sepolcri di Foscolo, con Dante che era un bigotto o con Manzoni e i Promessi sposi, per cui siamo nati con quella cultura e non possiamo trascurarla.