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Think twice

Qualcuno può spiegare a Mazepin che il problema non è avere "uno standard più elevato"?

Giulia Toninelli

9 dicembre 2020

Al centro delle polemiche in queste ore a causa di un video pubblicato sul suo profilo Instagram, il pilota russo neoacquisto del team Haas prova a scusarsi, facendo però peggio di quanto già fatto

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Non importa che la ragazza in questione abbia preso le difese di Mazepin. Non importa che tutto sia stato, come sempre, ingigantito dalla lente di ingrandimento dei social. Non importa che lui ne esca ancora più famoso, più cattivo ragazzo, più personaggio. 

Nikita Mazepin non è ancora arrivato in Formula 1 e già non lo vuole nessuno. Contro di lui è partita una petizione, e gli screen che testimoniano il suo pessimo carattere sono decine, forse centinaia. Nel 2016, poco più che bambino, tirò un pugno in faccia al collega Callum Ilott, per una incomprensione in pista. Oggi invece si ritrova al centro di queste polemiche per la pubblicazione di un video sulle sue storie Instagram in cui lo si vede palpeggiare una ragazza. 

Peggio del gesto stesso e della stupidità di non essere nemmeno in grado rendersi conto della propria notorietà, ci sono solo le scuse. 

Haas prende le distanze dal pilota, la ragazza parla di "uno stupido scherzo" e Nikita è stato costretto a scusarsi. Ma nelle scuse del russo c'è tutto quello che non va del suo comportamento. 

"Devo mantenere il mio standard molto più elevato, sarò un pilota di F1 e so che questo comportamento ha colpito me e molte altre persone. Prometto che imparerò da questo". 

Uno standard più alto? Sarò un pilota di Formula 1? 

Mazepin non ha capito che il problema non è il suo ruolo, ma il suo comportamento. E qualcuno dovrebbe spiegarglielo in tempo zero. 

Il russo non è un bad boy, uno di quelli tutto carisma e cattive intenzioni, non è il Max Verstappen che spintona Ocon dopo la foga del Messico. Mazepin è un pilota pagante, protetto dai soldi di un padre super magnate russo, che da anni pensa di poter fare qualsiasi cosa, in pista e fuori. 

Adattarsi agli standard della Formula 1, come scrive, significa semplicemente farsi più furbo. Non cambiare, non migliorare, solo adattarsi alla notorietà che il suo ruolo gli impone. 

Smetterla di scrivere su Instagram che i cinesi hanno rovinato il mondo con il Covid, smetterla di scrivere nelle dirette di Russell che  "ha un segreto su di lui che le persone potrebbero chiamare coming out", smetterla di pubblicare video in cui palpa le ragazze. 

Ma questo non significa che sarà una persona migliore, in pista e fuori. Perché se "alzare i propri standard per la Formula 1" è la miglior scusa che Mazepin sa tirare fuori, allora dovremo aspettarci molto altro da lui. 

Ma a sorprendere davvero, in tutto questo, è ancora una volta il ruolo della Formula 1, che nasconde sotto il tappeto il motto We race as one, e mette per qualche giorno nel cassetto tutti i buoni propositi sui diritti, le donne, l'omofobia, il razzismo e la violenza. 

Pronta per tirare tutto fuori giusto in tempo per qualche foto promozionale, o per sciacquarsi la bocca con un po' di politicamente corretto. 

Nel frattempo tutti tranquilli, che Mazepin sta lavorando per "alzare i propri standard". 

 

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