Dalle stelle alle stalle è come spesso si sente definire la carriera di Daniel Ricciardo che, dopo scelte combattute e ragionate, è passato di scuderia in scuderia alla ricerca di un team che gli permettesse di consolidare il suo talento con un campionato del mondo. La Red Bull lo ha cresciuto, scegliendolo quando era ancora giovanissimo per poi affiancarlo a Max Verstappen una volta salito in Formula 1. Oppresso dalle conseguenze di avere un compagno di squadra come l’olandese Ricciardo si è allontanato dal team austriaco per indossare la tuta della Renault, oggi Alpine, in due anni che lo hanno visto brillare solo in poche occasioni, e poi quella della McLaren. L’iconica vittoria a Monza non è bastata per recuperare una carriera che stava andando allo sbaraglio e, dopo varie peripezie con il team britannico, l’australiano ha deciso di prendersi una pausa dal grande palcoscenico della Formula 1.
Non c’è voluto tanto però per l’annuncio che un po’ tutti, e un po’ nessuno, si aspettavano: il ruolo da terzo pilota in Red Bull, un ritorno alle origini quasi catartico. Insieme alla scuderia che l’ha cresciuto, Ricciardo ha seguito da vicino tutti i progetti targati Red Bull Racing, facendosi trovare pronto quando Nyck De Vries, pilota dell’Alpha Tauri, è stato scaricato in favore di un suo ritorno al volante di una monoposto. A Budapest l’australiano ha disputato il suo primo gran premio della stagione 2023, ricordando fin da subito la pasta di cui è fatto. Il suo primo ritorno è durato poco però, dato che in un incidente durante le prove libere del Gran Premio d’Olanda si è fratturato il polso. Nella stessa velocità in cui Ricciardo si è trovato al volante di una Formula 1 è arrivato anche lo stop alla sua stagione, quasi come se il destino non lo volesse ancora in griglia di partenza.
Il gioco di scacchi che ha visto De Vries spostarsi su un’altra casella per lasciare la sua a Ricciardo si è riproposto con un protagonista inaspettato, il giovane Liam Lawson. Classe 2002, neozelandese, cresciuto come il suo quasi connazionale nel Red Bull Junior Team, probabilmente la scoperta più interessante di questa stagione di Formula 1. Nonostante la pressione e l’inesperienza Lawson è riuscito a concludere tutte le gare a cui ha preso il via in maniera eccellente, portando anche punti alla squadra faentina senza lasciare una minima sbavatura nei cinque atipici circuiti su cui si è trovato. Una performance come pochi hanno saputo fare al debutto della classe più alta di motorsport che ha attirato non pochi sguardi all’interno della Red Bull. Nonostante l’incognita Lawson, l’equazione Alpha Tauri si è spostata comunque nel quadrante di Daniel Ricciardo, confermato da un paio di settimane al volante della loro monoposto anche per il prossimo anno insieme a Yuki Tsunoda.
Sul circuito del Texas l’australiano ha firmato il suo secondo ritorno e lo ha fatto con gran stile qualificandosi per la gara sprint in undicesima piazza e battendo Tsunoda, che ha dimostrato comunque di saper tener testa a tutti e tre i suoi compagni di squadra, anche sotto la bandiera a scacchi del traguardo. All’alba del Gran Premio degli Stati Uniti però non si parla troppo della sua prestazione - che è comunque lontana dal suo potenziale - ma del suo futuro che potrebbe vederlo in Red Bull ancor prima di quanto si possa immaginare. Con Checo Perez sottotono da ormai tutta la stagione è chiaro rendersi conto che Max Verstappen e la scuderia di Milton Keynes hanno bisogno di uno scudiero che sia in grado di svolgere il suo ruolo a pieno ritmo e chi c’è di meglio se non il loro pupillo dagli esordi, Daniel Ricciardo.
La domanda vien da se, questo sedile è sempre stato di Ricciardo, per un futuro già scritto in Red Bull? L’articolata coreografia di Helmut Marko sembra avere già un finale nonostante i piccoli intoppi trovati. La Red Bull potrebbe essere la giusta casa per un lottatore come Ricciardo che, al volante di una vettura che sembra più un astronave, potrebbe togliersi le giuste soddisfazioni mettendo il punto finale a una carriera che è stata un’altalena di emozioni. L’incognita Lawson rimane, perché un talento così potrebbe portare tanti vantaggi al team di Christian Horner, come si aggiunge quella di Yuki Tsunoda che, nonostante il suo bel caratterino, ha portato l’Alpha Tauri sulle sue spalle dall’inizio del 2023, dimostrando di poter essere costante se le condizioni lo permettono.
In ogni caso, Daniel Ricciardo è stato autore di un sabato promettente in Texas, dimostrando di essere ancora quello che è sempre stato. Ha battagliato senza paura, rimanendo davanti al compagno di squadra con una vettura che non è propriamente a suo agio sul Circuit of the Americas. Per una carriera che lo ha visto cominciare da capo tante volte, con più ritorni che partenze, Daniel Ricciardo è adesso sul limbo. Quello che sembra essere per lui un frutto proibito, che non si lascia afferrare senza limitazioni, la Formula 1 che tanto gli ha dato e altrettanto gli ha tolto gli sta dando ancora un'opportunità, forse la più importante che ha ricevuto fino ad ora. La decisione spetta ad Helmut Marko, ma nel suo gioco delle sedie sembra ci sia scritto proprio il nome di Daniel Ricciardo.