Se dovesse esprimere un desiderio per il nuovo anno, Franco Morbidelli sceglierebbe di tornare a divertirsi. Non è narcisismo, egocentrismo o egoismo il suo, tutt'altro. L'italo-brasiliano è una delle personalità più sensibili del paddock, pensa a sé stesso solamente quando scende in pista. Sa benissimo che, qualora dovesse tornare ad esprimersi ai suoi livelli, tanta gente ne beneficerebbe. Perché rivedere Franco Morbidelli giocare per podi, vittorie e campionati - com'era solito fare solamente due stagioni fa - sarebbe una bella notizia per qualsiasi vero appassionato di motociclismo. In tanti sperano che i tenui segnali di miglioramento mostrati da Franco a fine 2022 si trasformino in risultati di rilievo allo scoccare della primavera, quando tra i colli di Portimao - fine marzo 2023 - sarà di nuovo il momento di abbassare la visiera. Per nascondere quella cattiveria che solo l'agonismo innesca, inasprendo anche le espressioni più miti. Il numero 21, il romano dai contorni romagnoli, ha ingoiato tanti rospi negli ultimi due anni. Un'operazione al menisco e ai legamenti del ginocchio sinistro, il recupero più lungo del previsto, una Yamaha irriconoscibile rispetto a quella con cui vinceva, il capotecnico nuovo, la squadra nuova, un'amalgama da rimodulare e un compagno di squadra che impiega solo qualche decimo di secondo prima di metterti a disagio.
Eppure Franco continua per la sua strada. La voce calma, il volto disteso, uno spontaneo sorriso di cortesia anche nel momento in cui gli si rivolge la domanda più scomoda. L'atteggiamento di Morbidelli trasmette sicurezza, buoni propositi per il 2023. Lui incrocia le dita affinchè Iwata irrobustisca il motore con qualche cavallo in più e porti un telaio che addolcisca la M1 nel misto. Altrimenti - al limite - Franco saprà guidare sporco. Ha lavorato su sé stesso, lontano dai riflettori, per riuscirci. Per snaturarsi ed essere, solamente in pista, un poco di buono. Morbido ha parlato di questo in un'intervista rilasciata a Motorsport.com dopo la gara di Valencia: "Quando sono arrivato in Yamaha ufficiale ho capito che sarebbe stato molto difficile estrarre il potenziale dalla moto. Hanno tenuto duro, mi sono stati vicini e mi hanno sempre sostenuto, hanno sempre creduto in me e io ho sempre creduto in loro. Stanno lavorando e hanno continuato a lavorare per migliorare i difetti che tutti sappiamo che la moto ha. Siamo insieme e sono contento di poter finalmente estrarre velocità dalla moto e di essere stato capace di cambiare completamente il mio stile, passando da un pilota tranquillo a uno molto aggressivo. Sono contento dei cambiamenti che sono riuscito a fare. È stata una stagione difficile, ma con un lieto fine direi".
Poi Franco ha approfondito la questione, immedesimandosi nella percezione che il mondo esterno può avere di lui: "Sento che le difficoltà ti rendono più forte, e sento di aver cambiato molte cose quando ho cambiato moto. Ho cambiato team, moto e squadra. Quindi ci sono stati moltissimi cambiamenti che hanno rallentato il processo. È normale che la gente non comprenda le tue fatiche, ma non mi interessa. Le persone non si preoccupano di te come tu ti preoccupi per te o come le persone a te vicine si preoccupano per te. La gente vede solo quello che succede in pista. Quindi non mi fa arrabbiare, è normale, è così che va. Io so che adesso mi sento un pilota migliore, più competo".