C'è stato un momento, nel Gran Premio di Silverstone, in cui abbiamo capito che Max Verstappen avrebbe fatto di tutto per vincere la gara: dai box gli hanno chiesto di rallentare, per non rischiare di usurare le gomme e abbassare la temperatura arrivata a livelli critici, ma lui ha detto di no.
"Ho solo questa occasione per lottare con le Mercedes" ha urlato nel suo team radio, mentre inseguiva quella che sembrava una Mercedes invincibile e inarrivabile. E invece ci è riuscito. Le ha inseguite, le ha prese, le ha battute.
Complice della vittoria una Red Bull particolarmente in forma, una giusta strategia gomme e soprattutto un forte degrado degli pneumatici per le monoposto di Hamilton e Bottas, entrambi in grande difficoltà con la gestione delle loro posizioni e "relegati" alle posizioni più basse del podio, un luogo in cui non siamo abituati a vederli.
Ma Max ci ha messo del suo, come sempre, e per capirlo basta guardare la sua posizione - in vetta davanati a tutti a conquistare quei 25 punti che fino a poche ore fa sembravano impossibili - e quella del suo compagno di squadra Alex Albon.
Lui che non rallenta quando i suoi uomini gli chiedono di farlo, lui che uscito dai box riprende subito Bottas con un sorpasso muscoloso, arrogante, incazzato, esattamente com'è questo olandesino d'oro.
E quindi, in questa domenica di agosto che altrimenti sarebbe stata noiosa e prevedibile, ci viene da dire: grazie al cielo c'è questo ragazzo in pista, grazie alla sua fame di vittoria, al leone che ha sul casco e che - con ogni probabilità - ha anche dentro. Grazie al cielo c'è Max Verstappen.