Ha scelto di collezionare qualcosa di meno pericoloso della vita che s’era scelto: le MotoGP. Ok, è un paradosso, ma è pure la storia che in questi giorni ha fatto il giro del mondo, visto che intreccia crimine, sport e una grande passione per la velocità su due ruote. E al prossimo che dice che neanche Liberty Media riuscirà mai a far piacere la MotoGP in America basterà spiattellare in faccia proprio l’assurda storia di Ryan James Wedding, l’ex snowboarder olimpico canadese che ha fatto uscire matti quelli dell’FBI e che ha interpretato all’estremo anche quella dimensione oscura e parallela del motorsport fatta di collezionisti ossessivi, segreti, e un commercio che non si svolge solo nei paddock e nelle aste ufficiali. La storia di Ryan James Wedding, oggi al centro di un’incredibile indagine internazionale, infatti, si sviluppa tra i cordoli di un circuito fuori da ogni legge che sembra tracciato con la stessa follia dell’adrenalina e, in più, la devianza del crimine.
Wedding, che per anni ha scivolato sulle piste olimpiche, qualificandosi per i Giochi Invernali di Salt Lake City nel 2002, non ha avuto la fortuna di vedere la sua carriera nello snowboard decollare. Ma non è stato il suo fallimento sportivo a definire il suo futuro e farlo diventare uno dei latitanti più ricercati dal FBI. Trasformazioni radicale. Inquietante. Da condannare, ma pure un po’ romantica perché racconta l’aspetto umano della sua caduta, ma anche la peggiore delle rinascite in un incredibile impero di lusso costruito su traffici illeciti.
L’FBI gli ha sequestrato sessantadue motociclette da collezione, valutate circa 40 milioni di dollari, tutte custodite da Wedding in un magazzino segreto nel Messico. Pezzi rari della storia della MotoGP, un vero e proprio museo clandestino che raccoglieva le leggende della velocità. Dalla Suter Moto2 di Marc Marquez, con cui il campione spagnolo aveva conquistato il mondo nel 2012, all’Aprilia 125cc che ha visto crescere il mito di Valentino Rossi nel 1997, passando per le Ducati Desmosedici che hanno fatto la storia con Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso.
Le autorità hanno raccontato di come Wedding fosse diventato una figura centrale in un’imponente “organizzazione criminale internazionale”, che si occupava di narcotraffico e di riciclaggio di denaro sporco. Dal Canada alla Colombia, passando per il Messico e la California, Wedding era riuscito a costruire un impero che movimentava oltre sessanta tonnellate di cocaina all’anno. Ricchezze he poi venivano godute e “ripulite” in un gioco parallelo di collezionismo di lusso. Tanto che tra i suoi tesori, oltre alle moto da GP, figuravano automobili rare, come la Mercedes Benz CLK GTR Roadster del 2002 da 13 milioni di dollari e con soli altri 5 modelli circolanti al mondo.
Pezzi di storia dei motori e delle corse che, però, si incastonavano tra omicidi ordinati, testimoni brutalmente eliminati e una violenza a tratti disumana. Tra le accuse più gravi, spicca l’omicidio di un testimone federale, ucciso proprio prima di poter testimoniare contro di lui, e una serie di delitti familiari, frutto di una vendetta interna al suo cartello per il furto di un carico di cocaina. Sulla sua testa, adesso, c’è una taglia da 15 milioni di Dollari, visto che l’FBI ha sì trovato i suoi gioielli, ma non lui: Wedding è infatti riuscito a sfuggire alle forze dell’ordine, muovendosi tra ville blindate, conti criptati e una rete di protezioni impressionante.