La voce è quella di un uomo stanco, che parla faticosamente, ma che ha tanto, tantissimo, ancora da dire e raccontare. Il Dottorcosta, Claudio Marcello Costa al secolo, fa i conti con un raffreddore, ma ci tiene a ribadire che pure i malanni di stagione possono essere una benedizione. “Ho preso un brutto raffreddore, ma sono contento, perché l’ho preso in mezzo a tanto calore – racconta – un paio di sere fa, a Imola, abbiamo presentato il mio nuovo libro in mezzo a tanti amici, tanti campioni, tanti eroi del motociclismo di ieri e di oggi e è stato bellissimo. Sì, non mi sono riguardato e ho l’età che ho, con la conseguenza di questo raffreddore, ma i malanni passano e l’affetto, invece, scalda per sempre”. Il modo. Il tono. I contenuti, per lui, sono quelli di sempre, anche nelle righe di un ennesimo lavoro dato alle stampe con un titolo che dice tutto: la Profezia, Magic Marquez. Sì, c’è Marc Marquez di mezzo, la sua storia di rinascita raccontata come qualcosa di cui il Dottorcosta è sempre stato certo. Anche quando, proprio dopo l’infortunio del 2020 e nel momento più difficile di Marc Marquez, non perse occasione, proprio dalle pagine di MOW, per ricordare al fenomeno di Cervera che avrebbe potuto fargli una telefonata. Anche solo per sentire un parere in più.
“Sono cose – dice al telefono – che non voglio neanche rivangare. E non è che al tempo c’ero rimasto male. La mia sofferenza relativamente a Marc Marquez ha riguardato sempre e solo la sofferenza di quello che ha dovuto passare. E’ stato, prima di tutto, molto sfortunato. Quando un pilota vuole correre, va aiutato a correre. A Jerez nel 2020 si è sottoposto a un intervento e ha provato a essere in pista, sappiamo tutti come è andata e tutto quello che è successo dopo. Ci sono stati errori? Possibile, ma gli errori li fanno gli uomini e gli infallibili non esistono. Quello che bisogna fare, invece, è immergersi nella gioia per come tutto è stato superato, per come Marc è tornato a vincere”.
Un ritorno alla vittoria su cui ha influito, e non poco, anche la scelta – sicuramente difficile e umanamente sofferta – di lasciare la Honda per salire in sella a una Ducati. “C’è stata – spiega il Dottorcosta – sicuramente una componente tecnica, visto che la Ducati è la moto più ambita oggi. Ma c’è stata una forte componente umana: ha trovato un ambiente ideale in cui i sogni di entrambi, suoi e di Ducati, hanno potuto incontrarsi per regalarci una leggenda ancora più mitologica. I piloti, l’ho sempre detto, sono miti e il motociclismo è l’Olimpo perfetto per le loro gesta. Marc Marquez ha trasformato le lacrime in sorrisi e è esattamente lo spirito che ha mosso me, tanti anni fa, quando ho voluto dare vita alla mia Clinica Mobile”.
Ma è alla domanda se, ormai, manca ancora qualcosa nella storia di Marc Marquez che il Dottorcosta tira fuori anche un po’ di ironia. “Vuoi sapere se tra lui e Valentino Rossi ci sarà mai una pace? – gioca d’anticipo – La verità è che è il sogno di tutti, anche il mio, perché il perdono è l’esercizio più alto dell’animo umano. Sicuramente la mia storia racconta che credo nei miracoli, ma mi viene da dire, in questo caso, che credo solo nei miracoli possibili. Spero che Marc e Valentino, le due immense e irraggiungibili leggende moderne di questo sport, possano un giorno chiarirsi e abbracciarsi, ma per ora è utopia. Non credo che succederà e sicuramente non a breve. I piloti sono tanto veloci in pista quanto particolari fuori dalla pista: hanno i loro tempi, il loro modo di pensare, il loro essere speciali in tutto. Pecco Bagnaia? Sì, il suo è un momento terribile e posso solo immaginare la sua sofferenza, ma non c’entra Marc Marquez: un pilota che non fa risultati è un pilota in preda al dolore. Posso solo dire che deve arrivare il fondo, che bisogna arrivare a raschiare la cruda terra per rinascere e che anche cadere ancora più giù potrebbe essere solo una tappa fondamentale di una grande storia, come le storie di tutti i grandi campioni ci hanno già insegnato”.
Storie che il Dottorcosta ha attraversato. Storie che il Dottorcosta ha anche raccontato con libri, film, interviste, adesso tutte raccolte nel suo sito dottorcosta.com. Storie che, inutile negarlo, Claudio Marcello Costa ha reso anche possibili combattendo contro la morte in anni in cui i piloti, purtroppo, cadevano sul campo come soldati in guerra. L’hanno ricordato gli stessi protagonisti del motociclismo che gli si sono stretti intorno nella presentazione di Imola, alla quale non è voluta mancare anche Nadia Padovani, sempre più protagonista, con la sua Gresini Racing, di questa MotoGP e persona fondamentale nella rinascita di Marc Marquez.