Ad inizio anno lo credevamo difficile, quasi matematicamente impossibile, e invece è successo: Lewis Hamilton e Max Verstappen arriveranno ad Abu Dhabi, il prossimo weekend, a parità di punti. Si giocheranno il mondiale di Formula 1 all'ultimo scontro scattando al via con lo stesso esatto punteggio, 369,5 punti a testa.
Per uno dei due sfidanti, Lewis Hamilton, questa vittoria significherebbe battere anche l'ultimo record che è rimasto sulla sua strada: ottenere l'ottavo titolo iridato e superare i sette mondiali di Michael Schumacher, diventando così il pilota più vincente di tutti i tempi.
Per l'altro invece vincere questa stagione, a 24 anni, sarebbe l'ingresso nell'albo d'oro dei vincenti della Formula 1, e Max Verstappen lo farebbe nel migliore - e nel più difficile - dei modi possibili: sconfiggendo il pilota più talentuoso della Formula 1 moderna e interrompendo il dominio quasi decennale della Mercedes.
Sul piatto della loro battaglia quindi c'è molto da vincere e tutto da perdere e Max e Lewis durante tutto l'anno ci hanno dimostrato di poter risollevare da soli il divertimento di uno sport che a lungo è stato definito "noioso" e che invece in questa stagione ha regalato emozioni inattese e indescrivibili in ogni appuntamento.
Bastano loro quindi, a dare spettacolo. Non servono sprint race, punti aggiuntivi, modifiche al regolamento e soprattutto non serve l'intervento della Fia. A dirlo era stato lo stesso Michael Masi, direttore di gara del circus, che si era ripromesso - insieme ai commissari di gara - di non volersi intromettere nelle logiche della stagione, così da non dover rischiare di diventare l'ago della bilancia di una complessa sfida tra titani.
Purtroppo però, non è andata a finire così.
Anche se manca ancora un appuntamento prima della fine dell'anno, con il GP di Abu Dhabi tutto da vivere, la FIA ha comunque già deciso il mondiale 2021. Che vinca Lewis Hamilton o che a primeggiare sia Max Verstappen entrambi avranno qualcosa da dire contro la Federazione, le penalità insensate e le decisioni prese senza seguire un regolamento tecnico, e qualsiasi cosa diranno avranno ragione.
Dal Gran Premio di Spa, farsa senza precedenti con metà dei punti assegnati e una vittoria di Verstappen che vittoria non si può chiamare, fino a questa domenica in Arabia Saudita, costellata da decisioni impossibili da spiegare e giuste polemiche. Avranno ragione entrambi, qualsiasi cosa diranno, perché la Federazione ha mosso le carte di questo mondiale e facendolo ha compromesso lo spettacolo in pista, modificando le dinamiche delle squadre.
"Ma le regole sono regole" dirà qualcuno, e la Fia è chiamata a rispettarle, finendo spesso nel mirino di chi critica senza ragione. E' vero, ed è fondamentale che la Federazione sia libera di poter dire e fare ciò che reputa opportuno, anche se questo segnerà le sorti di un mondiale. Ma queste regole devono avere senso. Devono essere scritte, seguite, spiegate. Ciò che non è avvenuto a Spa, e ciò che purtroppo non è successo neanche a Jeddah.
E dietro la preoccupazione, e il rammarico, per un lavoro svolto male, si nasconde una certezza che non vorremmo dover ammettere: in qualsiasi modo finisca questa stagione, sarà in parte colpa della Fia.