Quelli in cui viviamo sono tempi di lotta per gli ultras. Ma chi in curva c’è sempre stato dice che è così da sempre. Guardia e ladri, santi e dannati, la mia città contro la tua. Contrapposizioni che nella giornata della partita esplodono. Eppure tra le curve c’è anche un sentimento che passa poco nella narrazione corrente: il rispetto reciproco. È così anche per tifoserie lontane. Fuori da San Siro, il giorno di Inter-Como, è stato esposto uno striscione firmato dai gruppi del secondo anello verde: “Dimostrazione di mentalità, oltre ogni rivalità. Rispetto per la Bologna ultras”. Il capo dei Vikings Nino Ciccarelli ha ricondiviso sul suo profilo Instagram la foto. La curva Nord ha deciso di esprimere solidarietà (già espressa in passato anche dalla curva Sud) alla tifoseria rossoblù che, in seguito agli scontri di Udine del 22 novembre tra ultras e forze dell’ordine (con venti feriti tra i supporter e sette tra gli agenti), ha ricevuto il blocco alle prossime due trasferte, cioè per la gara all’Olimpico contro la Lazio e la partita del 4 gennaio, proprio a Milano contro l’Inter. Il provvedimento del ministero dell’Interno emesso il 2 dicembre scorso colpisce indistintamente ultras e tifosi “ordinari”. Infatti, è previsto che nessuna persona residente in provincia di Bologna possa acquistare biglietti in nessun settore degli stadi, non solo nella curva ospiti.
I referenti della curva Andrea Costa hanno inviato al Resto del Carlino una nota ufficiale: “I fatti di Udine sono stati particolari, meritavano una disamina e precisi distinguo. Colpire tutta la tifoseria impedendole di seguire la squadra in due trasferte importanti è ingiusto. Quando si fanno errori, è doveroso pagarli. Ma non devono farlo quelli che non hanno alcuna responsabilità. Questa penalizzazione generalizzata è uno sputo in faccia a una intera città”. Il momento della squadra di Vincenzo Italiano è molto positivo: il Bologna è ai vertici della Serie A, gioca bene, si diverte, è competitivo anche in Europa League. Per gli ultras è un grave danno, quindi, che in due partite di cartello il settore ospiti debba rimanere vuoto. Anhce l’avvocato di vari ultras bolognesi ha parlato: “Avevo evidenziato la necessità di operare distinzioni nelle condotte, invece si è colpita non solo la curva, ma tutti i tifosi in generale. Come scrisse la Cassazione nel 2016 cancellando un Daspo ‘di gruppo’ ai tifosi rossoblù in trasferta a Catania ‘non è la presenza nel gruppo a rilevare ai fini dell’applicazione del Daspo, bensì la partecipazione individuale all’azione del gruppo’ e mi pare che sia un principio sacrosanto che debba trovare applicazione anche per il divieto di andare in trasferta a seguire la propria squadra. Penso che un ricorso al Tar del Lazio per sospendere quel divieto ingiusto sarebbe davvero opportuno”.