Amicizie vere, che non tengono conto delle inchieste dei processi, delle sentenze, della pesantezza criminale dei soggetti coinvolti e dell’accusa di associazione a delinquere. Emis Killa ha pubblicato un nuovo pezzo, Phrate; l’immagine con cui si apre il brano è di due mani tatuate che si aggrappano alle sbarre di una prigione. Il rapper è stato indagato lo scorso gennaio per i suoi legami con i vertici della curva Sud del Milan. Per l’accusa di associazione decise di rinunciare a Sanremo. Sono passati mesi, l’inchiesta Doppia Curva ha auto un primo grado di giudizio. E nella canzone appena uscita Emis Killa ha parlato proprio di tutti gli ultrà finiti in galera in seguito all’inchiesta Doppia Curva. “Le chiacchierate a notte fonda su Whatsapp con Alex”, dice in un verso. Alex, ovviamente, è Alex Cologno, il soprannome di Islam Hagag, braccio destro di Luca Lucci nel business della musica live, colui che, secondo la Procura, aveva contatti con “Cugino Ciccio”, per gli investigatori Francesco Barbaro, figlio del boss della ‘ndrangheta Rocco Barbaro. Ma erano molti i locali sulla lista di Hagag in cui voleva piazzare i “suoi” artisti, tra cui spiccano oltre a Killa anche Fedez e Lazza. Abbiamo raccontato di come due pr abbiano cercato Emis per un evento e di come quest’ultimo abbia detto chiaramente di rivolgersi a Islam per gli accordi. Di fatto, stando alle nostre fonti, si comportava da agente. Stessa cosa risulta dall’inchiesta svolta da Enrico Lupino a Lo Stato delle cose, però riguardo a Fedez e un’esibizione che il rapper ha fatto in Puglia, a Deliceto. Anche qui il riferimento era sempre lui: Alex Cologno. Perché poi su ticketone.it compariva il nome dell’ultrà come organizzatore dell’evento di Fedez al Calura di Roccella Jonica del 6 agosto 2024? Eppure l’ex Ferragnez è uno degli artisti nel roster di Vivo Concerti: che ruolo aveva Hagag in tutto questo? Ancora non ci sono pervenuti chiarimenti da Vivo. Cologno/Hagag è stato condannato a 3 anni e 4 mesi in primo grado
Tornando alla canzone: Killa ricorda anche le “battute di Shrek”, alias Alessandro Sticco, condannato a 5 anni, “le caz*ate che Ciano mandava in chat”, ovvero Luciano Romano, condannato a 3 anni e 4 mesi, come Hagag. Ma non ci sono solo nomi: il rapper racconta delle esperienze, come il ritorno dal Meazza fermandosi al McDonald di Cologno Monzese. Poi il pezzo e il saluto vanno “al Toro”, Luca Lucci, il capo della Sud. Per lui la condanna è di 10 anni, ma dovrà attendere anche l’esito di altri processi, in cui è indagato per traffico internazionale di stupefacenti e di essere a capo di un’organizzazione finalizzata al traffico di droga con diramazioni nella ‘ndrangheta. È Lucci la figura più pesante e potente del mondo ultrà rossonero, senza dubbio. Lo dicono le indagini, lo dimostrano i processi, lo ribadiscono gli stessi gruppi rimasti fuori. “Più amato che temuto”, dice Emis Killa nel pezzo. Una cosa non esclude l’altra. Che l’aura della Belva sia ancora presente lo abbiamo già scritto, il carcere non ha danneggiato il suo carisma in nessun modo. Il capo resta lui: amato e temuto “come tutti i grandi che ho conosciuto”. “Me l’hai detto tu, che ci rivedremo Lu, e ci rideremo su”, prosegue. Tutto questo caos potrà davvero essere portato via da una risata?
C’è poi “lo zio Marco”, con cui il cantante condivide “problemi di sonno”, è “Pacio”. Entrambi hanno dei bambini piccoli che non li fanno dormire. Ci sono anche dei padri in questa storia. Marco Pacini ci ha messo la faccia, rimane uno dei leader, anche se ora è costretto a guardare San Siro da lontano. Distanze da ciò che hanno fatto i compagni non sono mai state prese chiaramente. Anzi, hanno ribadito il rapporto di fratellanza, il “Sodalizio rossonero”. “A Dani e ai suoi racconti vecchio stampo”: Daniele Cataldo, accusato di essere l’esecutore dell’omicidio (fallito) di Enzo Anghinelli su ordine di Lucci, condannato a 10 anni, gli stessi del Toro. C’è anche “mio fratello Fabi”, diminutivo di Fabiano Capuzzo (4 anni e 4 mesi), partner di Emis Killa nell’Italian Ink aperto a Monza. Fabi è “in sbatti con la tiroide e ha gli occhi grandi quasi quanto il cuore. Ironia della sorte il soprannome spezzacuore gliel’ho dato proprio io”. Parole anche “per il coach”, Christian Rosiello, personal trainer ed ex bodyguard di Fedez, coinvolto nella rissa al The Club con Cristiano Iovino: per lui il Tribunale ha deciso per 4 anni e 20 giorni. Infine “a Ricky, a France e a tutti i Banditi”, Riccardo Bonissi (3 anni e 4 mesi), Francesco Lucci (fratello di Luca, 5 anni e 6 mesi) e i compagni ultrà. Passano i giorni, arrivano le sentenze: il Sodalizio è ancora vivo. Nonostante tutto.