Lo striscione non l’hanno fatto entrare, ma quella parola, “sodalizio”, gli ultras del Milan l’hanno comunque scritta sulla curva Sud. Poche ore prima del derby, infatti, i gruppi rossoneri avevano ricevuto comunicazione del divieto di far entrare lo striscione, il più importante del “nuovo” corso della tifoseria organizzata milanista. Ora però gli ultras chiedono spiegazioni: “Sono esattamente 6 giorni che aspettiamo risposte ufficiali dalla società Milan alla nostra Pec inviata venerdì, dove chiediamo di avere nero su bianco il provvedimento, riportante le motivazioni del divieto del nuovo striscione ‘Sodalizio Rossonero’”. Per adesso, dall’altra parte, solo silenzio. Sono tanti i temi su cui tifosi e club non si trovano: dall’utilizzo di simboli rossoneri nelle partite casalinghe all’esclusione di figure centrali della curva come Marco “Pacio” Pacini, “sgradito” pure a San Siro in occasione del derby. Il cambio a cui la Sud è stata costretta dopo l’inchiesta Doppia Curva sembra non essere abbastanza per istituzioni e società. Il nuovo vestito è troppo simile al vecchio. E il termine sodalizio non piace.
“La nostra dirigenza non solo non ha speso mezza parola in merito a questa vicenda vergognosa, di cui conosce molto bene tutti i retroscena, ma oggi ci sta di fatto negando un diritto non rispondendo ad una richiesta del tutto lecita”, hanno proseguito i Banditi della Sud nelle storie Instagram. “Ma d'altra parte siamo abituati ad una società che risponde solo a ciò che gli fa comodo, basti pensare che siamo ancora in attesa di ricevere risposte ai ricorsi presentati per la blacklist”. Mancano i chiarimenti, quindi. E sembra che all’orizzonte non ci siano aperture: “In tutto ciò, esclusi i soliti noti che ci mettono la faccia, dobbiamo ringraziare il resto della stampa che, a parte elogiare la coreografia geniale di domenica scorsa, si guarda bene da fare il proprio mestiere non raccontando ciò che da mesi succede, sono poi gli stessi che si fanno paladini della libertà di stampa e di pensiero... Avanti noi. Più forti di chi ci vuole morti!”. A guardar bene il lavoro della stampa in quest’ultimo anno, dall’inizio dell’inchiesta a oggi, si è concentrato su quanto accaduto nei tribunali più che sulle novità “di stadio”. Ma la copertura dei comunicati dei Banditi, degli scioperi e delle blacklist c’è stata (su MOW ne abbiamo sempre scritto). I concetti di libertà di stampa e di pensiero, in questo caso, c’entrano poco. Nel frattempo, un altro “blocco” è stato comunicato a un altro gruppo storico della Sud. L’Old Clan non potrà esporre il proprio striscione. Lo scrivono loro, sempre sui social: “A partire da domani lo striscione Old Clan non sarà più esposto e questo fino a data da destinarsi. La decisione fa seguito al divieto imposto dalle autorità all'esposizione dello striscione “Sodalizio” nella nostra curva. Il provvedimento, immotivato e immotivabile, aveva probabilmente come obiettivo la disarticolazione della curva stessa. I ragazzi, con ironia graffiante, hanno dimostrato che dietro una sigla ci sono partecipazione e passione, valori che nessun divieto può cancellare. Per noi vale la stessa cosa”. Quei 40 anni di storia, emozioni, contributi al tifo e all’immagine del Milan nel mondo non si svendono. Ma il tifo andrà comunque avanti, pare: “Peccato davvero per chi vive in un mondo di fantasmi popolato solo dal malaffare. Peccato davvero. Per loro. Noi andiamo avanti comunque, fieri di esistere!”.