Pierre Gasly, francese trapiantato a Milano, vince a Monza portando l'Italia sul gradino più alto del podio. Lui corre per AlphaTauri, made in Faenza, ed è grazie alla "seconda" scuderia italiana che, almeno per un po', i tifosi si dimenticano del disastro Ferrari. Gasly fa felici tutti, perché è impossibile guardarlo e non gioire con lui. Lui che, nel caos del Gran Premio di Monza, ha portato a casa il miracolo, vincendo la sua prima gara in Formula 1.
Seduto sul podio, dopo i festeggiamenti, con una mano sugli occhi, a nascondere quell'emozione che non c'è certo bisogno di cercare nelle sue lacrime per trovare impressa dentro a questo momento, a questo scatto, a questo giorno. Accanto a lui il trofeo, quello del numero 1, e la bottiglia di Champagne dei festeggiamenti. In mano una mascherina, a ricordarci che l'anno è questo qui, quello appena concluso, il 2020.
E' questa una delle due immagini simbolo del 2020 in Formula 1, scelta - insieme alla seconda - dai tifosi del motorsport che hanno dovuto selezionare le vincitrici tra decine e decine di fotografie simboliche. Il primo podio di Norris, il settimo titolo mondiale di Hamilton, l'ultimo trofeo di Vettel come pilota della Rossa, la disperazione di Russell dopo il Gran Premio del Bahrain. Sarebbero tutte instantanee perfette per racchiudere il 2020 della Formula 1, ma solo due sembrano aver particolarmente colpito gli appassionati.
28 secondi ci ha messo, per uscire dall’inferno. Romain Grosjean e il fuoco del Bahrain sono la seconda immagine di questo 2020, quella che ricorrderemo più a lungo, quella che - chi ha visto in diretta - non dimenticherà mai. Chissà a lui quanti sono sembrati, quei 28 secondi. Da solo, a fare i conti con il fuoco. Nell’impatto ha perso una scarpa e quel guardrail lo ha superato con un piede nudo, solo una calza a proteggerlo. Un dettaglio così, insignificante, in un’immagine che farà la storia di questo sport. Sfidare il fuoco, a piedi nudi. Uscirne, anche quando sembra impossibile. Mentre tutti aspettano: tua moglie, i tuoi figli, i tuoi colleghi terrorizzati, i tifosi di tutto il mondo incollati alla televisione.
In questa immagine non c'è solo la spettacolarità di un momento indimenticabile, nel terrore e nel sollievo di un minuto che è sembrato durare in eterno, ma anche il senso profondo di uno sport che, nel bene e nel male, è fatto della sua pericolosità.