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Russell e la meritocrazia che non c'è

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

24 ottobre 2020

Russell e la meritocrazia che non c'è
Oggi, durante le qualifiche di Portimao, ha di nuovo umiliato il suo compagno di squadra portando la sua Williams in Q2, ben lontano dall'ultima posizione da cui partirà Latifi. Eppure George Russell rischia di essere appiedato per il 2021. Perché? Si chiedono tutti. Per "la valigia" che non ha, e anche per il silenzio di una Mercedes che lo ha messo al mondo e abbandonato

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Nel 2018 si è laureato campione del mondo di Formula 2 ma nel team di F1 più importante con un sedile disponibile per il 2019 non ci è andato lui, ma Lando Norris. A George Russell è spettato lo scarto, il team non competitivo, la squadra più in difficoltà di tutte. Ma George - che le carte in regola le ha tutte e che è cresciuto nell'orbita Mercedes - ha sempre pensato che sfruttando bene le sue carte si sarebbe costruito da solo l'occasione per spiaccare. 

Ci ha provato, per ben due anni, costruendosi la propria strada su una Williams che certo non lo ha aiutato. Ma lui ha fatto di tutto, sbagliando pochissimo e dando il meglio di sé in qualifica. Ha sempre battutto il proprio compagno di squadra, Kubica prima e Latifi poi, sperando che la Mercedes trovasse il coraggio di appiedare Bottas e dare un sedile a lui, il loro rampollo. 

Ma così come successo in precedenza con Ocon, anche lui cresciuto con la scuderia tedesca e anche lui lasciato a piedi per una stagione per poi trpvare posto in Renault, la Mercedes non sembra intenzionata a mescolare le carte in tavola - felice della coppia vincente Hamilton-Bottas. E Russell? Tutto, fino a poco tempo fa, sembrava confermato per l'inglesino sempre pronto a fare il grande passo, con un contratto per il 2021 già firmato.

Il caos del mercato piloti, scatenato dall'arrivo in Aston Martin di Sebastian Vettel, ha messo in discussione tutti i sedili e in questi ultimi giorni quello più in bilico sembra proprio essere quello dello sfortunato George.  

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Lui che, rispetto agli altri giovani rampolli di una Formula 1, ha avuto meno occasioni di mostrare il proprio talento e lui che ora rischia non solo di non trovare spazio in Mercedes ma di rimanere senza sedile per il 2021. 

Ma perché lui? Si chiedono i tifosi, puntando il dito contro il suo compagno di squadra. Se qualcuno deve lasciare il posto in Williams per l'arrivo di Perez, quello non può essere il meno prestazionale Latifi? 

La verità è tanto semplice quanto lapidaria: Latifi paga. "Ha la valigia" come si dice in Formula 1. E in Williams quella valigia serve. 

Ma, pur conoscendo le dinamiche di un sport che è sempre stato fatto da piloti paganti, la possibilità di perdere George Russell per il 2021 fa più male del solito. Un po' per la giovanissima età del pilota, che non ha avuto le fortune di Verstappen/Leclerc/Norris, e un po' per la consapevolezza di aver perso la possibilità di vedere un giovane, fortissimo, come lui alla guida di una Mercedes. 

Una visione generale che prenderebbe così le forme di una meritocrazia che non c'è, dove i giovani più promettenti vengono scaricati da tutti. Da chi ha bisogno di soldi, da chi porta gli sponsor più importanti, da chi nelle mani ha una valigia e anche da chi potrebbe puntare su di te, dopo averti fatto crescere, ma preferisce non rischiare. 

Toto Wolff ha alzato le mani: "Non possiamo decidere noi per la Williams sulla sorte di Russell". Dimenticando, o non volendo ammettere, che sono stati loro a non volerlo accando a Hamilton, perdendo ancora una volta (dopo Ocon) l'occasione di dare forma alla loro fetta di gioventù in questo sport. 

 

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