Nello speciale andato in onda su Sky Sport MotoGP interamente dedicato a Valentino Rossi non poteva mancare lei, mamma Stefania. Lei che non è abituata alle interviste e si è sforzata di farla, parlando con Guido Meda del figlio, soprattutto - dice lei - appassionato. Si preoccupa di non andare oltre, di non dire la cosa sbagliata. E comincia da quando Graziano - che lei chiama semplicemente Rossi - le ha chiesto di autorizzare Valentino a correre: “Bisognava firmare la liberatoria ma io non ero molto contenta, c’era la scuola. Lui mi ha detto “non ti preoccupare mamma, ci penso io” lì ho firmato. Non ci aspettavamo andasse avanti così, ora mi immagino un inverno più tranquillo, però vediamo. Per andare così lontano secondo me ha avuto la pazienza, la costanza e un amore immenso per quello che stava facendo. Secondo me è importante quello che esprime. Alla partenza già si capisce che lui sarà sempre attento a quello che deve fare. Io vedo dalla TV che è attento, è concentrato. Penso che tutte le persone appassionate capiscano che con lui si possono fidare, anche se è uno sport molto pericoloso. Poi è simpatico, divertente, l’ironia è di Rossi (padre, ndr.)”.
Stefania quindi racconta di un Valentino bambino, quando ad andare in moto era lei: “Ci siamo divertiti quando era piccolo, lo abbiamo sempre portato con noi ma non ha mai fatto capricci. Una volta con Uccio sono andata a prenderlo alla stazione di Rimini dei Carabinieri perché gli avevano sequestrato l’Ape. Si è arrabbiato suo papà quella volta! Andavo in moto quando ero piccola, che stavo con Rossi. Avevo la Yamaha XT, difficilissima da mettere in moto… poi quella volta non c’era il casco, il vento tra i capelli sai… Però bisogna metterlo!”
Non manca poi un aneddoto che nessuno, né Valentino né tantomeno Graziano, aveva raccontato, quello della prima vittoria: “A Siena, col kart, alla chicane ha superato tutti e ha vinto. Se ha la stoffa del vincente? Non mi piace come parola, lo vedo più appassionato. Lui stava tutto il giorno a girare a Cattolica. Tutto il giorno faceva quello. A lui piaceva gareggiare, sfidare l’amico, i sorpassi, le frenate. Per me è arrivata dopo la voglia di vincere. Valentino racconta che una volta si è fatto fregare con le minimoto e suo papà ha caricato tutto in macchina e non l’ha fatto girare più. Valentino non è buono, ha sempre studiato l’avversario perché se vuoi vincere lo devi fregare in qualche modo. Però è sempre stato corretto, possiamo dire di una spallata con Gibernau, però secondo me non ha mai fatto delle cose che si devono condannare. Tutti i rivali gliel’hanno resa difficile”.
Stefania parla anche del ritiro di un figlio e della carriera dell’altro che, nel caso di Luca Marini, in MotoGP è appena cominciata: “Valentino non è tormentato, è un libro aperto. Si vede se è arrabbiato, triste, cos’ha. Sono contentissima di diventare nonna, mi ha fatto molto piacere ed è un po’ che ci pensavo, ma non gliel’ho mai chiesto. Però tutte le mie amiche hanno i nipotini… sono molto felice. Me lo immagino bravo, attento, presente e felice. La bambina? Spero che abbia i miei occhi! Luca ha fatto tutto da solo, a volte mi confondo… non lo dico… Ma di portamento sulla moto si assomigliano, quando erano piccoli mi confondevo”.
Chiude, infine, rispondendo a cosa significhi per lei avere un figlio che è leggenda: “Leggenda? Oddio, le cose non le vivo così. Però mi piace che Valentino è un esempio per alcuni bambini, che portano il disegno, la lettera. Secondo me questo è importante”.