Il 28 ottobre verrà per sempre ricordato in casa Ducati come uno di quei giorni in cui tutte le coincidenze si incastrano alla perfezione, dando forma ad un mosaico gratificante ed ineccepibile. Un sabato da sogno, ventiquattr'ore che - volendo - consentirebbero agli uomini Ducati di dar via ai festeggiamenti per essere artmeticamente i campioni del mondo 2023 sia della MotoGP che della SBK. A Jerez de la Frontera, per la verità, la festa di Alvaro Bautista è già cominciata e - probabilmente - andrà avanti fino a notte fonda. Il 38enne di Talavera de la Reina, dominando in Gara 1 e tagliando il traguardo davanti a tutti per la venticinquesima volta in stagione, si è aggiudicato il titolo mondiale delle derivate di serie per il secondo anno consecutivo. L'immagine di Alvaro che nel giro d'onore indossa tuta e casco dorati è la copertina della giornata memorabile della Ducati: Bautista ha vinto la gara e il campionato, davanti alla sua famiglia e ad una Jerez gremita per lui, che dopo l'impennata con la Panigale V4R sulla bandiera a scacchi ha ricevuto le congratulazioni affettuose di Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea, i rivali storici. Il numero 1 con i colori dell'arcobaleno e l'emoticon di una mano che mima la "V" di vittoria (ma anche il "due" del secondo titolo mondiale SBK, nonché il più comune saluto tra motociclisti) sono stati i simboli del trionfo di Alvaro, che al parco chiuso non ha nascosto l'emozione: "Cosa posso dire, il weekend perfetto fino adesso. Sono contentissimo, incredibile vincere il titolo, ma difenderlo è ancora meglio. Conquistare il Mondiale nella gara di casa è qualcosa che nemmeno nei miei migliori sogni avrei potuto immaginare. Sono davvero felice, mi sono sentito bene tutti il weekend. Grazie a tutti i presenti, Jerez è incredibilmente piena di gente, e grazie ovvialmente al mio team e alla Ducati, che mi ha supportato alla grande".
In MotoGP, invece, dopo la Sprint Race di Buriram vinta da Martìn, si ha la certezza matematica che a conquistare il titolo piloti 2023 della top class sarà un pilota Ducati, uno tra Jorge, Bagnaia e Bezzecchi quindi. Centotrentasei sono i punti in palio da qui al finale di Valencia, e centotrentasei sono i punti di distacco del primo pilota in classifica non affiliato a Borgo Panigale: si tratta di Brad Binder, su KTM, che nel caso (estremo) in cui finisse a pari punti con l'attuale leader Pecco Bagnaia, non potrebbe pareggiare le sei vittorie domenicali ottenute dal piemontese (Brad al momento ha solo trionfato nelle Sprint Race), e resterebbe secondo in campionato. Questo significa una sola cosa: Ducati ha sfatato una piccola-grande maledizione. Era infatti dai tempi di Carl Fogarty, e dai titoli mondiali SBK siglati dal britannico nel 1998-1999, che un pilota Ducati - tra derivate di serie e top class - non si confermava campione del mondo per due anni di seguito. Nel giro di sei ore, in un sabato di fine ottobre, Borgo Panigale ha riazzerato tutto, sia in MotoGP che in SBK. Se il 2022 era già stato magico per la Casa bolognese, che era tornata a vincere dopo anni di digiuno con Alvaro Bautista da una parte e Pecco Bagnaia dall'altra, il 2023 non può essere da meno, perché Ducati ha portato a termine la missione più complicata di tutte nello sport: si è riconfermata vincente. Non solo; alle riconferme va aggiunta la novità del Mondiale Supersport 600, conquistato da Niccolò Bulega - in sella alla Panigale V2 del Team Aruba - lo scorso mese. Vuol dire che nel 2023 la Ducati ha rivinto e stravinto praticamente dappertutto. In tutte le categorie, in ogni salsa, in qualunque cilindrata, con qualsiasi pilota. Scusate se è poco.