Tony Arbolino è riuscito ad accendere il campionato della Moto3 come non accadeva da tempo. Perché il pilota lombardo è uno che va fortissimo, ma non solo: ha una scintilla di genio che contraddistingue i fuoriclasse, una cosa con la quale puoi nascere ma che non puoi imparare. E lui modestamente ci naque. Con la vittoria ad Aragon 2, Tony è tornato in lotta per il mondiale a 11 punti dal leader Albert Arenas nonostante la Direzione Gara lo abbia più volte ostacolato. Arbolino ha rilasciato un’intervista Paolo Ianieri sulla Gazzetta dello Sport dopo la prima giornata di prove libere, dimostrandosi motivato a vincere e pronto a dare tutto sé stesso per portare a casa il mondiale: “Undici punti possono essere tantissimi, come niente. - ha esordito Tony -Sono venuto qui per vincere la gara senza guardare a quello che fa Arenas. Anche perché so che se io andrò forte, dei due quello meno rilassato sarà lui”.
Con tutte le probabilità il pilota del Team Snipers sarebbe più vicino al titolo se non fosse stato fermato ad Aragon 1 per via di un contagiato sul suo stesso aereo. Una scelta dell’organizzazione a dir poco controversa, in quanto Arbolino non è mai risultato positivo al virus: “L’avrei digerito se non fossero poi accadute altre cose strane, personale e piloti che sono stati a stretto contatto con chi è risultato positivo e che però non sono finiti in quarantena come me. Se ci sono regole, andrebbero fatte rispettare a tutti”.
Quello che conquista di Arbolino è la sua grandissima determinazione, una voglia di lottare sempre unita a quell'indefinibile qualità che i napoletani chiamano cazzimma. Tony spinge e ci crede, anche quando i problemi non sono in pista ma in un regolamento dalle troppe interpretazioni: la Direzione Gara ha lasciato praticamente impunito Arenas quando lo spagnolo (da doppiato) si è messo ad ostacolare i rivali in lotta per il titolo, e non ha preso provvedimenti nei confronti di Jaume Masia quando il portacolori del Team Leopard ha praticamente cercato di far cadere Ai Ogura in una manovra simile a quella di Fenati su Manzi a Misano 2018. “È anche per questi episodi che dico che non mi fanno sentire alla pari, ci sono state troppe situazioni giudicate in modo diverso, e no, non sono contento della Direzione gara. - ha spiegato Tony con una punta di amarezza - Così mi aspetto una corsa calda, nella quale potrà succedere di tutto. Ma se servirà giocare duro, lo farò anch’io".
La motivazione c'è e la voglia di riscatto non manca: “Mi sento al top. Anche perché dopo quello che è successo ad Aragon è aumentata la motivazione per riprendermi quello che mi hanno tolto. Ho perso punti, ma mi sento forte e motivato e ho un team che sta lavorando forte e mi spinge”.
A spingere è anche il manager Carlo Pernat, che quest’anno si gioca il titolo sia con Arbolino in Moto3 che con Bastianini in Moto2. In un’intervista a Libero, il genovese ha ammesso che in caso di doppietta porterà le due squadre a festeggiare: “Tutti con me a donne - ha esclamato - Ah, tutti tranne Bastianini, c’è qui la sua fidanzata…” e quando gli è stato fatto notare che il Portogallo è sotto lockdown, Carletto non si è perso d’animo: “Vero, ma c’è anche chi lavora in albergo, non so se mi spiego”. Se avete letto Belìn che Paddock, mirabolante antologia delle avventure di Carlo Pernat, sapete a cosa stanno andando incontro.
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