Già si parlava di Zynn come del nuovo TikTok: un'app di video virali in grado di fare concorrenza al colosso cinese dei social. Uscita sul mercato solo lo scorso maggio, Zynn è riuscita a scalare le classifiche e mettersi al primo posto delle app più scaricate negli Stati Uniti. Un'ascesa velocissima, molto più repentina di quella un po' travagliata di TikTok, ma che sembra già destinata ad un altrettanto rapido declino.
Non è tutto oro quello che luccica e Zynn non poteva certo essere il social delle meraviglie. Prometteva l'intrattenimento di TikTok e un sistema di pagamento per gli utenti iscritti. Pagare per guardare video divertenti? Sembra proprio di sì.
La start-up cinese Beijing Kuaishou Technology ha spiegato che, al posto di acquistare spazi pubblicitari su altri social o su Google, si è affidata ai propri utenti per garantire la crescita organica dell'app. Niente pubblicità ma ben 1 dollaro per ogni iscrizione al canale e fino a 20 dollari per ogni amico invitato a scaricare Zynn.
Ecco spiegata l'ascesa stellare con questa illuminante tecnica di marketing che, se usata per promuovere il lancio della novità e poi accantonata, sembra funzionare meglio di qualsiasi banner pubblicitario mai realizzato. L'idea iniziale doveva infatti essere quella di incentivare gli utenti a iscriversi alla nuova app grazie a un guadagno effettivo e garantito, per poi diminuire o addirittura cancellare il premio promesso in questa prima fare.
Interessante strategia di lancio ma niente di illegale, viene da dire, considerando le tante app di servizi che utilizzano il codice di invito come tecnica per aumentare gli iscritti. E qui però arrivano i primi problemi.
Dopo il grande boom di download infatti tanti nuovi utenti hanno riscontrato problemi nel ricevere i soldi promessi: forse semplicemente un sovraccarico di richieste o forse una conversione di denaro un po' contorta che ha fatto innervorsire i primi iscritti a Zynn.
L'idea di una nuova app cinese in cima alle classifiche non è poi piaciuta a molti americani, scatenando così il secondo motivo di malcontento in poco più di un mese. Soprattutto se, come sembrerebbe, Zynn si basa su un non chiarissimo schema di guadagno piramidale.
Ecco quindi arrivare la seconda segnalazione, questa volta da parte della Federal Trade Commission che non è certo favorevo alla nuova "app straniera che fa leva sui portafogli degli americani senza chiarire se gli obiettivi siano allineati o meno con quelli degli Stati Uniti".
Ma a scatenare l'ira funesta di Google è stata una terza accusa: quella di plagio. Zynn (che in Italia non è ancora disponibile su nessuna piattaforma) è infatti sparita dal Play Store di Google nei paesi in cui era sbarcata, dopo le tantissime segnalazioni di violazione delle norme di copyright.
A far scattare l'allarme sono state le star concorrenti, i tiktoker, che senza nessun permesso o iscrizione alla nuova piattaforma, si sono visti rubare i contenuti pubblicati. La start-up parla di errore di valutazione e si scusa per la poca attenzione nel controllo dei materiali pubblicati ma la spiegazione non è bastata e Google si è schierato dalla parte di TikTok.
Il grande mistero di Zynn continua e, mentre Apple non sembra aver ancora deciso da che parte stare, le segnalazioni per plagio non si placano e il numero di download dell'app inizia a scendere. TikTok intanto tira un sospiro di sollievo: il pretendente al trono sembra aver giocato male le proprie carte.