Diciamolo subito e togliamoci il pensiero: FaceApp è un incubo. Un delirio generale che pensavamo di aver dimenticato ma che è tornato a riempire le nostre bacheche social più agguerrito di prima. Un sogno fastidioso in cui i selfie perfetti e i paesaggi modificati da decine di filtri luminosissimi si trasformano in strani esperimenti di simil-Photoshop, sgranati e inquietanti. Un tormento a cui si aggiunge il dubbio sulla privacy di questa applicazione made in Russia e, come ovvia conseguenza, anche il fronte degli oppositori che inneggiano al "ma rompete per la violazione della privacy di Immuni e poi vi fate i selfie con FaceApp?".
Ecco, ci mancava giusto questa polemica. E dire che ci eravamo da poco liberati di FaceApp dopo un periodo di delirio generale in cui tutti i nostri conoscenti si erano improvvisamente ritrovati invecchiati di quarant'anni, in uno stadio da ospizio per anziani e partite di bocce. Ma come tutti gli incubi, alla fine ritornano. L'applicazione dei tormentoni questa volta è tornata sotto forma di cambio sesso.
Volete vedervi in versione femme fatale o maschio alfa? Accontentati. Basta farsi un bel selfie e fare clic sull'app dei miracoli. Non dite di non averci provato, tanto non ci crede nessuno. Perché sarà anche un incubo ma FaceApp è divertente e virale, e per quanto tutti odino avere la bacheca di Instagram intasata da maschi che non sono maschi e femmine che non sono femmine... alla fine è impossibile resistere.
Che poi dopo un periodo di quarantena la gente non vede l'ora di uscire, di trovarsi un bella ragazza con cui andare a bere qualcosa e mandare a quel paese le distanze di sicurezza. Poi però apre Instagram, a caccia come un leone affamato, e trova sottospecie di donne che in realtà sono omoni di 90 chili a cui un'applicazione ha tolto la barba ispida e aggiunto un trucco alla Moira Orfei. E il trauma vale anche per l'altro sesso: noi fanciulle già dobbiamo accettare che una buona percentuale di uomini (di solito quelli più carini e ben curati) abbiano scelto l'altra riva del fiume, e adesso ci tocca anche sopportare l'idea di aprire Instagram, vedere con la coda dell'occhio l'ombra di un ragazzo lontanamente normale, e poi subito scoprire che si tratta della vostra ex vicina di casa che si è trasformata in un uomo tanto per provare.
Se questo non è un incubo, ditemi voi che cos'è.
Che poi proprio perché è irresistibile e virale anche noi ci abbiamo provato. Il risultato? Siamo veramente brutti. Ma proprio brutti brutti. Le ragazze sembrano degli spacciatori di Rogoredo e i ragazzi delle cubiste di un locale di dubbio gusto. Una banda a cui certo non affideresti le sorti di un magazine. Nessuno ha pubblicato niente sui social, insabbiamo l'accaduto e decidiamo di mantenere un briciolo di credibilità.
Ma Popper insegna che tante prove non fanno una legge certa (e che il tacchino induttivista fa sempre una brutta fine). Mica tutti vengono dopo il famigerato clic su FaceApp. Infatti se sei figa come Paola Turani e di lavoro fai la modella o il modello, e non il giornalista, probabilmente il tuo corrispettivo maschile sarà un gnocco stratosferico. Non un talebano con il naso a patata o lo spacciatore del pacchetto sotto casa. Stesso discorso se sei Angelina Jolie.
Quindi il problema del risultato, anche se un po’ mi pesa dirlo, non è tanto l’applicazione quanto il soggetto. Rimangono irrisolti gli altri punti, quelli che fanno di FaceApp un incubo 2.0 che, da una paio di settimane a questa parte, annientano la tua voglia di aprire un qualsiasi social.
Vorrei poter dare rassicurazioni su come filtrare questi spam androgini ma la verità è che, come per tutti gli incubi, bisogna solo aspettare che passi. E in un batter d’occhio (lo spero proprio) parleremo ridendo di quella volta in cui “da uomo sembravi uno di Narcos e tu da donna assomigliavi all’amica brutta in Pretty Woman”.