“Abbombazza …”, anche no. Vittorio Brumotti sembra ormai essere il punching ball di chiunque, dallo spaccino della periferia romana o milanese, al pusher di Los Angeles, passando per alcuni palermitani con una strana passione per dei blocchi di cemento a uso domestico. Brumotti, biker inviato di Striscia la Notizia, sarà pure l’uomo dei record in bici, ma non solo. Ne ha prese più lui che le comparse fisse dei film di Bud Spencer e Terence Hill. È un po' come se fosse il sacco da boxe della criminalità organizzata, la piñata di Canale 5. Primo cavaliere dell’ordine dei malmenati in bici, ha più more e contusioni lui di Mike Tyson, anche perché di solito le prende e non le dà. Anche all'estero.
Nelle ultime ore la notizia di un’aggressione lungo la Pacific, la via principale di Los Angeles sulla costa. Era lì in vacanza con la fidanzata, Annachiara Zoppas, e due amici, quando, viene assalito da quattro ventenni che con il calcio della pistola lo buttano a terra, per riempirlo di calci e rubargli portafoglio e orologio. “Mi hanno messo una pistola in bocca”. Poi si voltano verso Annachiara ma scappano. Per Brumotti, quello che è successo è “sicuramente il record di violenza che abbia mai subito”. Ma, come si diceva, non è stata certo la prima volta. Ripeschiamo tutte le passate aggressioni ai danni del biker di Striscia. Anche se potremmo averne tralasciata qualcuna e l'articolo non può che essere definito "in aggiornamento"....
Nel dicembre del 2017 è a Roma, nel quartiere San Basilio. L’argomento principe delle retate giornalistiche di Brumotti è, ancora una volta, la droga, quindi anche qui abbiamo a che fare con spacciatori. La troupe si becca un mattone addosso e degli spari di avvertimento, corredate da minacce verbali pronunciate da un uomo con passamontagna. Questo non appena il biker aveva messo piede fuori dal furgone, come a dire: ti stavamo aspettando. E in effetti lo aspettavano, ma anche Brumotti sapeva a cosa sarebbe andato incontro. A Bologna, una prima volta il 15 novembre, e appena due settimane dopo, Brumotti e la sua troupe erano stati minacciati e derubati. Non si può dire che Vittorio si sia preso delle ferie in quel periodo. Passano appena le vacanze di natale e il 9 gennaio del 2018 viene nuovamente aggredito, stavolta alla Stazione Centrale di Milano. Niente armi da fuoco, ma sassi e bottiglie. Be’, dopo quattro aggressioni nel giro di due mesi io mi prenderei una pausa. Ma il pirata su due ruote no, è a fine mese è a Napoli, rione Traiano. Auto blindata per la troupe di Striscia stavolta, e per fortuna, diciamocelo: gli aggressori erano una decina e incappucciati. Iniziano a dare calci alla vettura fino all’intervento delle forze dell’ordine, che scortano la squadra di Brumotti fuori dalla zona. Non passa un mese, il 25 febbraio si reca a Palermo, quartiere Zen 2. Da una decina gli uomini si passa a venti, oltre alle bottiglie, c’è pure un colpo di fucile contro l’auto di «Striscia la notizia». 26 settembre 2019, aggressione a Pescara, un suo operatore finisce in Pronto soccorso. Aggressione, aggressione, aggressione. Aggressioni all’infinito, speriamo lo paghino bene. Nel maggio del 2020 torna a Milano, siamo a Porta Venezia e qui, mentre faceva delle riprese, viene preso a bastonate, fino a perdere conoscenza. Dovrebbero scrivere ballate su Brumotti, sulle sue gesta e, soprattutto, sui gesti degli altri attori in scena: sprangate, placcaggi, lanci di bottiglia, lanci di sassi e pezzi di cemento dai balconi, spari in aria, fucilate contro la vettura, accerchiamenti di gente incappucciata, dal sapore quasi rituale, e calci all’auto.
Ci avviciniamo agli ultimi anni. Ad aprile del 2021 se ne va al Quarticciolo, ancora una volta Roma. Si alza un coro di proteste e fischi, lo aggrediscono, è costretto a rientrare nel furgone insieme alla sua troupe. A San Bernardino di San Severo, Foggia, a ottobre dello stesso anno, si becca un pugno in faccia, e giù di zigomo spaccato, mora, volto gonfio e sangue. Per alcuni il biker esiste solo perché picchiato, quasi venisse pagato a cottimo in base al numero di referti medici. E in seguito a una delle aggressioni di cui abbiamo parlato, quella di Roma al Quarticciolo, pure chef Rubio lo accusa: “Infame, poche te ne hanno date”. Non possiamo che dissentire. Vittorio Brumotti, in questi anni, fin troppe ne ha prese.