Nella lunga intervista che il direttore di Liberto, Alessandro Sallusti ha concesso al giornalista Klaus Davi è riportato anche un aneddoto che riguarda i suoi inizi lavorativi. Niente a che vedere con il giornalismo e davvero precoce: “Cosa succedeva ai miei tempi? Quando andavo alle scuole medie a Como, mentre già sognavo di fare il giornalista, mi ricordo che avevo 12-13 anni e alla fine della seconda ero stato promosso, allora dico a mio padre: ‘Per la promozione mi avevi promesso la bicicletta nuova’, e lui mi dice: ‘Sì, non c'è problema, però prima ti fai un mese a lavorare’, a 12-13 anni. Mi dice: ‘Conosco un amico che ha una pompa di benzina a Como e quindi vai a fare il benzinaio per un mese’. Io andai a fare il benzinaio, mi ricordo che la pompa di benzina era Esso e non c'erano tute piccole, avevo una tuta da uomo tutta rimboccata perché era grande e feci anche dei bei soldini, perché poi chi veniva a far benzina vedeva questo ragazzino e mi regalava la mancia. L'anno dopo è successo ancora, mi ha fatto fare il fattorino, l'anno dopo ancora e sono andato a fare il mozzo sui battelli”.
Il direttore, poi, per cercare di spronare i giovani e anche i genitori di oggi, ha proseguito: “Cosa voglio dire? Lì ho capito che non volevo fare il benzinaio né il mozzo sui battelli né il fattorino, ma ho appreso una cosa fondamentale, che se vuoi raggiungere degli obbiettivi devi lavorare, non c'è altro sistema. Il mio obbiettivo era di avere la bicicletta, il motorino, dovevo lavorare. Capisco che se oggi mandi tuo figlio a 13 anni a fare il benzinaio vieni arrestato tu e viene arrestato anche il benzinaio e il bambino dato in affido a una comunità e poi si aprirebbero dibattiti sui giornali su schiavismo, sfruttamento per lavoro minorile. Però i ragazzi e i genitori di oggi non sanno cosa perdono perché è lì che nasce tutto: a 12-13 anni impari che devi lavorare e che lavorare non è una tortura, è una cosa importante che dà gratificazione. Aver tolto tutto questo dalla società ha portato a vedere quello che succede oggi, giusto o sbagliato io prendo atto che non funziona. Io poi ho fatto il giornalista”.