God save the King. È successo davvero, il lungo praticantato del principe Carlo è finito, la Gran Bretagna ha formalmente incoronato il suo re e una regina consorte – Camilla - che, onore alla pazienza e alla perseveranza, ha militato al suo fianco da prima di ogni gossip e scandalo anche lontanamente pensato, da quella novellina di Megan Markle. Nell’abbazia di Westminister è finalmente arrivato il grande giorno, l’evento tanto atteso ha potuto compiersi davanti ai sudditi in festa armati di bandierine sventolanti, a miliardi di telespettatori collegati da tutto il mondo, a vari membri delle famiglie reali invitati e ad una notevole schiera di personaggi famosi. Tra i primi ad essere immortalati dai fotografi abbiamo visto la cantante americana Katy Perry, che ha scelto di omaggiare la stilista britannica recentemente scomparsa Vivienne Westwood, con una sua creazione, un abito a sirena lilla e blazer aderente, guanti lunghi, l’immancabile cappello a tesa larga e perle al collo. È arrivata accompagnata dal caporedattore di British Vogue e direttore editoriale europeo di Condè Nast, Edward Enniful in tight.L’attrice britannica Emma Thompson invece era in un tubino nero, soprabito in raso di seta a fantasia floreale sui toni del rosso e scarpe dal dettaglio gioiello. A farsi notare poi, e non per il look, il principe Harry o per l’etichetta il Duca di Sussex, arrivato solo senza la tanto chiacchierata consorte ad attenderlo a Los Angeles, vestito con abiti civili perché non è più un working royal, a differenza del fratello William, il Principe di Galles e futuro erede al trono, che si è presentato con gli abiti tradizionali richiesti dal rito.
Anche la Principessa del Galles, Kate Middelton ha indossato il Mantello dell’Ordine Reale Vittoriano, pomposo e ricco di dettagli, ma si è distinta come sempre, per la scelta di un abito del suo stilista preferito, Alexander McQueen, in creêpe di seta color avorio con lingotti d’argento e ricami botanici. Nessuna tiara in testa, bensì un copricapo Jess Collett x Alexander McQueen con cristalli e fili argentati. Accanto a lei, la figlia Charlotte, che ha sfoggiato un outfit molto simile a quello della madre, stesso designer, stesso tessuto e stessi ricami con rose, cardi, narcisi e trifogli a simboleggiare i fiori delle quattro nazioni d’origine. Le tradizioni lunghe secoli sono state rispettate, ma con i tempi che corrono, la modernità ha permesso di alleggerire la celebrazione e rendere il programma meno soporifero. Carlo III, da sempre attento alle questioni legate all’ambiente e ai problemi climatici ha voluto una celebrazione green e con meno sprechi, a partire dalla scelta di non indossare il mantello bordato d’ermellino, il fastoso Coronation Robe, ma optare per una versione faux-fur della stessa imponente cappa degna dei cartoni animati disneyani, ma senza far indignare gli animalisti. Pelliccia finta addosso e fatica a giudicare dalla stanchezza che si è notata sul suo volto. In ogni caso, Carlo III ha deciso di seguire la tradizione, infatti si è presentato con “l’abito di stato” realizzato in velluto cremisi che era già stato indossato da re Giorgio VI, suo nonno, nell’incoronazione nel 1937. Per il grande giorno la regina consorte Camilla, settantacinque anni, ha optato per un abito di Bruce Oldfield, stilista inglese molto amato anche dalla compianta Lady Diana. Un vestito bianco impreziosito da ricami dorati che si è sposato bene con le due cappe tradizionali che ha dovuto indossare, la Robe of State e la Robe of Estate. Lo sfarzo e la pomposità che settant’anni fa accompagnarono l’incoronazione della scomparsa Regina Elisabetta II sono state sostituite da praticità e buon senso, ma non troppo.
Cambi d’abito e di carrozze. L’arrivo dei reali all’Abbazia di Westminster li ha visti su un mezzo di trasporto nuovo con tanto di finestrini elettrici e condizionatore, una carrozza moderna realizzata nel 2012 per celebrare il sessantesimo anniversario dell’ascesa della regina Elisabetta II, la Diamond Jubilee State Coach. Quattro ruote, elegante, raffinata e dal modesto peso di 2,75 tonnellate, lunga 5.500 mm con una corona dorata scolpita in quercia della Hms Victory, nella parte superiore. Gli interni invece sono di grande valore simbolico, in quanto sono intarsiati prevalentemente con componenti in legno e metallo provenienti da Buckingham Palace, da Kensington Palace, dal Castello di Winsor e dal Palazzo di Holyroodhouse. Per il rientro verso il palazzo reale e il tanto atteso saluto alla folla dal balcone,invece, la carrozza che ha trasportato i sovrani è stata la Gold State Coach, un mezzo di Stato dorato, chiusa, trainata da otto cavalli di razza Windsor Grey, quattro tonnellate e lunga quasi otto metri. Datata 1762, è un’opera di Samuel Butler con sculture e ornamenti dipinti, usata per le grandi occasioni della Royal Family. Le corone sono state indossate, i giuramenti fatti e i beniamini applauditi da una folla in visibilio sotto la tipica pioggia londinese che sembra non smentire il cliché inglese. E mentre le finestre del palazzo si chiudono, le televisioni di spengono e la gente inizia a diradarsi, c’è qualcuno che manca terribilmente, con i suoi tailleur dai colori vivaci e l’iconica borsa nera al braccio, probabilmente vuota.