Il patriarcato è morto, e anche il pandoro non sta benissimo. A mettere alla prova la resistenza di entrambi (sull’esistenza del primo dalle nostre parti e nella nostra epoca ci sarebbero molti dubbi, mentre il secondo almeno a Natale di solito si vede) ci ha pensato lei, Chiara Ferragni. Non da sola, almeno secondo i ben informati. Via il marito Fedez, via lo storico manager e per alcuni “secondo marito” Fabio Maria Damato. Chi rimane? Mamma Marina di Guardo (anche più o meno scrittrice, con 683 mila follower su Instagram), più le sorelle Valentina e Francesca (anche più o meno influencer): l’utopia del matriarcato che si realizza? Secondo Dagospia, sarebbe stata proprio questa la “missione” della signora. Da dicembre in poi (dopo l’attacco indiretto ma percepibile di Giorgia Meloni alla figlia da Atreju) Marina di Guardo avrebbe “ripetuto a chiunque incontrasse il suo mantra: è tutta colpa di Fabio e di Federico (Fedez). Aggiungendo, non senza qualche imbarazzo degli astanti, che Chiara avrebbe subito dovuto divorziare”.
Non è successo subito, ma è successo (il divorzio ancora no, per quanto se ne sappia, ma la separazione non è più messa in dubbio da nessuno): “Marina – si legge nel Dago Report – ha ottenuto il proprio risultato: i Ferragnez non esistono più e lei è subentrata a Damato e alla figlia al vertice di Fenice e Tbs, le società di famiglia. Una famiglia matriarcale quella dei Ferragni: il papà dentista sembra essere stato cancellato come succedeva ai dissidenti nell’Unione sovietica. Non c’è nelle foto, non esiste, non se ne parla mai. È solo Marina con le figlie. Marina accompagna Chiara a tutte le riunioni, Marina è in bella mostra insieme alle figlie alla trasmissione di Fabio Fazio, Marina ha di fatto ripreso possesso della vita della figlia, spodestando l’odiato Fedez che la teneva ai margini, cosa che il rapper ha di recente confessato in un’intervista”.
Le femministe possono gioire, o no? Tanto più che non paiono essersi concretizzati i rumor del flirt di Chiara con quel cattivone di Alexander Zverev. Anche se, forse, per l'autodeterminazione di sé della donna servirebbe la donna, più che la mamma. Ma, guys, in Italia la mamma è sempre la mamma, e per Dago “Marina, da mamma tigre qual è, si è messa in prima persona per lottare. La domanda è se lo stia facendo per la figlia o per sé stessa…”. Ma in tutto questo Andrea Bisciotti?