L’episodio che ha coinvolto l’architetto Stefano Boeri, che ha riferito di aver rischiato di morire insieme ad alcuni familiari essendosi trovato di fronte un camion contromano in autostrada, ha suscitato la solidarietà di molti, e tutti sono lieti che non sia finita male. In diversi però hanno fatto notare anche alcune cose che parrebbero non tornare nel racconto (e quindi pure nel comportamento, se il racconto fosse confermato) dell’archistar milanese.
Nel mirino in particolare la velocità dichiarata da Boeri (140, tanto più con le bici caricate dietro e, sostiene qualcuno, su un tratto che potrebbe essere stato con limite a 110 chilometri orari, e che in ogni caso non potrebbe mai essere stato superiore a 130), il fatto che abbia scritto di viaggiare sulla corsia di sinistra e di essersi salvato spostandosi sulla destra alla vista del camion (dunque la corsia di destra era libera e a rigore, almeno nella visione più assolutista, avrebbe dovuto viaggiare su quella) e il fatto che abbia riferito di aver chiamato il 118 (emergenze sanitarie) anziché il 112.
Non manca chi difende Boeri da un eccesso di “moralismo” e chiede ai sedicenti virtuosi se loro non abbiano mai viaggiato un po’ oltre il limite (oltre al fatto che non è detto che il tachimetro sia preciso) oppure se non abbiano mai occupato la corsia “sbagliata”. La cosa senz’altro curiosa è che in ogni caso l’architetto (a meno che non abbia digitato il 4 al posto del 3) abbia ammesso candidamente e per iscritto la cosa in un post sul suo profilo Instagram.
C’è inoltre chi rimprovera a Boeri aspetti formali, geografici o grammaticali, come il fatto che si tratterebbe di Levante e non di Ponente ligure, dell’A7 e non dell’Autostrada dei Fiori e che una donna non è “in cinta” ma semmai “incinta”.
C’è poi chi si spinge oltre e si chiede se il fatto stesso che ci fosse un camion in contromano non sia da mettere in discussione, non essendoci apparentemente altre fonti ufficiali oltre alla versione di Boeri. In questo senso invece almeno un altro utente Instagram pare confermare l’accaduto: “Ero anche io lì. Non so – scrive una persona nei commenti – se prima o dopo: il Tir al mio arrivo era a meno di 1 km dall'entrata per lui, uscita… in area di servizio. Giustamente, anche a me la cosa che più ha colpito è il fatto che il camion, invece di fermarsi e attendere la polizia, continuasse ad andare”.