Tra le rose di Blanco e Rosa Chemical che si struscia su Fedez, Sanremo ha ripetuto a pappagallo l’intera declinazione di imprevisti prevedibilissimi e provocazioni da sbadiglio a cui ci si è ormai abituati.
Elodie dice di voler essere “puttana fino in fondo”, mentre la Ferragni dà fiato a quella bocca robotica per mostrarsi progressista. Una progressista che, come tale, non vuole essere oscurata dal suo compagno, che gratta spazio e attenzione alla sua partner con le sue stesse armi, amore libero e critiche al governo.
Amadeus è lo sugar daddy degli scappati di casa, da Madame che lo ringrazia per la sua presenza nonostante i problemi per un green pass falso, a un LDA inconsapevolmente finito sull’Ariston (era sveglio?).
L’unico che se ne sbatte veramente dei copioni è Gino Paoli, un novantenne che per metà canzone sbiascica fuori tempo il testo. Performatività zero, cerca la complicità dell’unico volto amico, Gianni Morandi. L’unico.
Perché di Amadeus non ha il minimo ricordo: “Ma è quello che faceva il Dj?”. Gli parla in inglese. E Gianni, dietro le quinte, gli dice: “Ma è lui che conduce il Festival”. Gino si è fatto un whisky di troppo in camerino? Ora l’Ariston è il suo saloon.
Nel ’63 si spara al cuore, altro che le rose senza spine di Blanco. Cosa vuoi che gliene freghi del Festival a uno che si è piantato una supposta di piombo nel petto? Cosa vuoi che gliene freghi delle menate ad amazzone di Rosa Chemical, dei pantaloni in latex, dei vestiti da maschio di Ariete. A lui piace Elodie.
Elodie e Ema Stokholma, per essere precisi. Dopo l’esibizione in equilibrio sul palco di Sanremo – come vedere un canguro su una trave sopra a un barile – viene intercettato da Radio2 per la consueta intervista di cinque minuti agli ospiti del Festival.
“Andiamo sul palco e facciamo delle cose…” e la Stokholma chiede: “Vuoi fare la stessa cosa che ha fatto Fedez con Rosa Chemical? Hanno limonato letteralmente sul palco”. E lui: “No, una cosa più normale. […] Un bacione di quelli pesanti. Ma con una donna e un uomo, pensa che strana cosa”.
Lui ama le donne come i peggiori le amavano un tempo, si fa scappare di bocca l’imperdonabile: “Rea [riferendosi al pianista, ndr] vuoi fare tu con lei, o faccio io”. Lei è in soggezione e risponde: “Io veramente sono fidanzata”. Certo, perché altrimenti ci sarebbe stata…
In un mondo di becchini Gino Paoli li seppellisce tutti. Rosa Chemical? “Un buliccio”, cioè un “frocio”, un “ricchione”. La doppietta in nemmeno due minuti di intervista, la donna oggetto e “il culattone”. Intanto Selvaggia Lucarelli gli dà un bel 10 per la sua presenza on stage.
Quello stesso pulpito da cui il cantautore sciorina le corna messe a Little Tony dalla compagna dell’epoca. “Un piccinio di amici, li aveva fatti tutti, in casa di Tony”. Donna infedele, donna oggetto, “frocio”. Rispetto alla declinazione rosa, rosae di Sanremo, non è chiaro come Gino Paoli sia finito su quel palco.
Riferendosi ai giorni in cui un quindicennissimo Gianni Morandi gli andava dietro per imparare, Gino Paoli risponde: “Non so che cazzo imparavi da me”. Ecco, Gino. Non impariamo un cazzo da te, in un palinsesto che vorrebbe insegnarci tutto. Era ora.