Il ministro per il turismo Daniela Santanchè, al centro delle polemiche, riferirà in Aula al Senato mercoledì 5 luglio alle ore 15 per dare chiarimenti sulle sue imprese, dopo l'inchiesta giornalistica di Report. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Nel frattempo continuano a emergere racconti, ricostruzioni e indiscrezioni sulla corsa contro il crac di Visibilia e su un misterioso fondo Negma che ha salvato sia l’editore che il produttore di cibo biologico Ki Group. Il Fatto quotidiano ha raccontato dell’auto di lusso e della casa al centro di Roma a disposizione della ministra del turismo del governo Meloni. Era il 2014, quando l’azienda già era fortemente indebitata e Visibilia Editore Spa aveva messo a consuntivo “perdite significative”, nonostante i conti fossero in positivo con incassi di 130 mila euro lordi per emolumenti. L’articolo del quotidiano ripercorre la vicenda partendo dalla multa che un autista che guidava una Maserati prende dopo essere stato fermato dai vigili di Milano a causa di un semaforo rosso non rispettato. Nell’auto sono presenti una sirena e due lampeggianti che portano al fermo amministrativo del veicolo. Così, secondo i controlli, risulta che la vettura è intestata alla società Visibilia Editore, azienda quotata al mercato alternativo dei capitali di piazza Affari, con la maggioranza delle azioni controllata da una holding che fa capo a Daniela Santanchè.
Non solo, perché ritirata la carta di circolazione, risulta una violazione dell’articolo 78 del codice della strada che disciplina “le modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione”. Così, per tornare a circolare, l’auto dovrà essere privata di lampeggianti e sirene, sempre che i dispositivi non siano autorizzati dal ministero degli Interni. Una questione sulla quale Santanchè addossa le responsabilità all’autista: “Io non c’entro nulla, non ero presente al momento del fatto. L’autista mi stava venendo a prendere. I dispositivi che si trovano sull’auto sono disattivata. Erano a disposizione degli agenti quando avevo la scorta. Poi sono rimasti nell’auto. Deve essere la polizia a ritirarli. E infine, ribadisco, l’auto non è intestata a me”. Si trattava di una Quattroporte My 2014 con soltanto 8 mila chilometri sul tachimetro. A quanto risulta, il 25 novembre 2014 Santanchè aveva stipulato un contratto con la concessionaria di Ferrari e Maserati “Rosso Corsa”. Solo che 5 anni dopo, alla restituzione, i chilometri percorsi sono diventati 150 mila chilometri. Secondo quanto stabilito dal contratto di leasing, il costo era di 77 mila euro da pagare in 48 rate, oltre alle spese assicurative per 8.200 euro e formula “Kasco Top” per altri 7.200. Firma Garnero Santanchè, ma sborsa la società Visibilia Editore, con sede legale in via del Quirinale a Roma.
Oltre a questo, è spuntato il contratto per l’appartamento in via della Rotonda 4, molto vicino al Senato dove Santanchè andava con costanza essendo al tempo capogruppo di Fratelli d’Italia. Un accordo a una cifra molto bassa, 19.200 euro l’anno più 400 di spese. Ma la curiosità, che la ministra dovrà spiegare, è come mai nell’immobile avesse trovato sede operativa, dopo il trasferimento, il settimanale Ciak acquistato da Mondadori (il 2 gennaio 2020). A un certo punto, due giornalisti rassegnano le dimissioni e l’azienda vorrebbe prolungare i contratti di solidarietà al 30%. Per restare a Milano è necessario decurtarsi lo stipendio del 40%. I due ricevono il pagamento delle spettanze di fine rapporto in sei rate, ma decidono di fare causa a Visibilia per ottenere il pagamento dei contributi per la pensione mai versati. Questo perché le indennità di trasferta non riconosciute e i giorni di solidarietà lavorati, anziché finire in busta paga, pare venissero conteggiati come recupero ferie. Nel frattempo, per i salvataggi delle società saranno decisive le agenzie governative, come l’Inps per le accuse sulla cassa integrazione Covid e l’Agenzia delle Entrate che risponde al ministro dell’Economia Giorgetti e che deve dare l’ok al piano di rientro dei debiti con il fisco. La ministra, che ha rinunciato agli incarichi nelle società, si è impegnata a coprire con 1 milione e 200 mila euro i debiti per evitare il processo per bancarotta fraudolenta. Il principe Dimitri Kunz D’Asburgo, che è il suo compagno, farà da garante. Chissà come spiegherà queste circostanze Daniela Santanchè in Senato il 5 luglio per evitare decisioni drastiche da parte della premier Giorgia Meloni.