Le Iene stasera usciranno con un lungo servizio sulla morte di David Rossi, il dipendente di Mps che a Siena, nel 2013, precipitò per ben 14 metri dalla finestra del suo ufficio e morì sul colpo. All’epoca il caso fu archiviato come suicidio, ma oggi, grazie al lavoro di una nuova Commissione d’inchiesta parlamentare, le ulteriori indagini e perizie condotte da terzi rispetto alla Pg senese, si ha la conferma che il dipendente di Mps, all’epoca a parte di tutto quel che stava succedendo in quel Monte prossimo al fallimento, non si è suicidato. E’ stato gettato dalla finestra da qualcuno. Evidentemente allora faceva comodo che l’inchiesta si chiudesse con l’ipotesi del suicidio. Era il periodo in cui il Monte dei Paschi di Siena era fortemente legato all’omonima Fondazione, composta da personaggi legati al Partito Democratico, ma soprattutto il periodo in cui per coprire le ingenti perdite dovute ad acquisti poco oculati come la banca Antonveneta – fortemente sopravvalutata rispetto al suo valore reale – emetteva derivati complessi Santorini e Alexandria. Enrico Letta poi, allora presidente del Consiglio, fu costretto ad un’iniezione di liquidità nella banca senese pari a quasi sei miliardi di euro pagati dai contribuenti, non molto felici di questa cosa. Dopo le elezioni, tra i più votati del Pd risultava anche l’avvocato Carmelo Miceli, che però non venne ricandidato in parlamento anche per il suo lavoro, ovvero quello di legale della famiglia Rossi, additata di voler lucrare del presunto suicidio del loro caro. In quello stesso periodo saltò più volte fuori il nome di Francesco Giusti – definito più volte come presunto testimone della morte di Rossi – anche lui dipendente Mps audito come persona informata sui fatti in commissione d’inchiesta. Giusti, poi a fine 2015 lascia la sua carica di Consigliere provinciale in quota Lega a seguito di uno scontro mediatico con Selvaggia Lucarelli e la sua carica viene commissariata. Oggi il suo nome è tornato a circolare dopo un servizio del programma Far West, separatamente, ma a ridosso delle indagini delle toghe milanesi sulla scalata di Mps a Mediobanca. Insomma un periodo molto oscuro, dove però, almeno sulla morte di David Rossi, parrebbe ora esserci un po’ più di luce. Ne abbiamo parlato direttamente con l’avvocato della sua famiglia già citato, il Dr. Carmelo Miceli – oggi anche consigliere comunale a Palermo – che ci ha spiegato quali nuove evidenze sono state sottoposte alla commissione d’inchiesta e cosa verrà sottoposto ancora una volta all’attenzione della Procura di Siena, la stessa che chiuse il caso ben due volte, avallando l’ipotesi del suicidio.
L’inchiesta delle Iene in qualche modo anticipa quanto dimostrato in commissione d’inchiesta dai periti. Dunque ora è certo che David Rossi è stato ucciso?
Noi eravamo arrivati a delle conclusioni scientifiche attraverso l'apporto di alcuni nostri consulenti tecnici - un docente universitario che si occupa di fisica e il professor Francesco Introne invece che si occupa di medicina legale, già presidente associazione dei medici legali – ovvero l’impossibilità di ricondurre tutta una serie di lesioni e di complessi lesivi alla precipitazione di Rossi dalla finestra, così come era stata descritta negli atti delle precedenti indagini. Mediante una relazione di consulenza tecnica redatta da un docente di fisica, sostenevamo e dimostravamo l'impossibilità di un gesto autolesivo. Una vera e propria impossibilità fisica, sotto il profilo fisico balistico, e dall'altro lato sotto il profilo medico legale. La nostra tesi era anche avvalorata da tutta una serie di conclusioni a cui è pervenuto il professore Introne, il quale aveva peraltro evidenziato alcuni fattori. Primo tra tutti l'esistenza di un corpo di lesioni da interpretare unitariamente. Fino a quel momento le lesioni, in particolare sul polso, erano state interpretate come piccole lesioni autonome a sé stanti. Il professore Introne segnalava l'assoluta necessità di interpretare questo complesso lesivo in maniera unitaria, da ricondurre sicuramente a quella che era una pressione da strofinio dell’orologio sul polso. Questo primo complesso assumeva un'importanza decisiva, scelto insieme alla relazione fisica che escludeva la possibilità di un atto autolesivo.
Ovvero?
Rossi è stato brutalmente picchiato prima di essere gettato dalla finestra. Fortunatamente la commissione precedente era d'accordo almeno su questo punto. Parliamo delle lesioni sul volto, quelle verticali che andavano dalla fronte al naso passando per il labbro e poi delle lesioni da afferramento su cui oggi peraltro torna il consulente medico legale della nuova commissione d'inchiesta. Tutte queste lesioni erano confermate come non riconducibili alla caduta e quindi come aggressioni subite da Rossi prima. Ad ogni modo un dato per noi fondamentale, e comprovato scientificamente, era la circostanza per cui quelle lesioni al polso non potevano essere state prodotte semplicemente da un afferramento, ma ad una pressione importante sul polso tale da poter essere legata, sempre per ragioni scientifiche, a un afferramento del Rossi trattenuto fuori dalla finestra da evidentemente più persone, una delle quali lo trattiene per il braccio destro e sull'orologio e una delle quali invece lo trattiene al braccio sinistro. Ad un certo punto chi lo trattiene al braccio sinistro lo lascia per primo, chi lo trattiene al braccio destro lo lascia dopo e solo a seguito della rottura dell'orologio. Arrivavamo a queste conclusioni già nel 2022. Oggi ci sono due novità che arrivano da soggetti terzi. Uno, lo vedremo stasera ma io lo posso comunque anticipare. Si tratta di due relazioni. Una che è stata fatta da un ingegnere che peraltro lavora per la società che distribuisce il software utilizzato alla precedente commissione per la ricostruzione balistica e l'altra invece quella di un medico legale e di risk tecnica che abbiamo appena visto. Segnalo un ulteriore dato che abbiamo sempre riportato all'attenzione delle autorità, ma che fino a oggi non aveva trovato, e speriamo da domani troverà, un minimo di attenzione in più. Sul braccio sinistro, esattamente all'altezza del polso, vi è una lesione sulla quale vi sono tracce di oro. Nel 2013-2014 fu spiegata come possibile contaminazione dei reperti tramite i materiali utilizzati per le analisi. Questa contaminazione, però, si sarebbe dovuta ripetere anche sugli altri reperti analizzati, ma qui l'unico che risultava potenzialmente contaminato era proprio quello della lesione del polso. Secondo noi, più semplicemente tale traccia era dovuta al fatto che, chi evidentemente aveva afferrato Rossi dal polso portava un anello. Oggi ne abbiamo la conferma, ne sono felice, ma ci lascia anche molta rabbia. Tutto quel che sosteniamo da anni ha necessitato dopo tutti questi anni di ulteriori approfondimenti fuori dalla sede giudiziaria. La commissione di inchiesta insieme con la procura di Siena, quando rigettò queste conclusioni, ritenne non ci fossero elementi nuovi per una riapertura. Speriamo che adesso l'autorità giudiziaria - a cui le anticipo ci rivolgeremo anche noi direttamente questa volta - ritenga sussistenti gli elementi. Comprenderà però lo scetticismo nell'immaginare di potersi rivolgere nuovamente a Siena.
Perché a Siena comunque procuratori e Pm sono gli stessi di allora?
Sì, segnalo, diciamo, l’all'ora procuratore facente funzione Marini sentito in commissione d'inchiesta più volte confermò e difeso la tesi del suicidio. La cosa strana è che, lo dico in maniera molto sincera, non che ci sia chissà quale dubbio sull'operato al Marini, ma la cosa strana è che la sensazione netta che ne avevamo allora e che ne continuiamo a avere oggi è che lui difendesse quella teoria quasi a voler difendere il suo buon operato nella prima delle indagini, non mantenendo quella terziatà che il Pm dovrebbe avere nell'analizzare fatti nuovi alla luce di accadimenti nuovi. Ad ogni buon conto, noi fortunatamente non ci siamo mai arresi, oggi abbiamo la possibilità di poter dire che quello che abbiamo sempre sostenuto e che trova conferma in atti di autorità dello stato italiano. Oggi c'è una commissione di inchiesta che ammette nero su bianco il fatto che quelle lesioni sono da ricondurre ad un afferramento del Rossi trattenuto fuori dai polsi da due persone, una delle quali l'ha trattenuto dal braccio destro più di quanto non sia stato trattenuto dall'altro del braccio sinistro.
Secondo lei potrebbero essere state inquinate le indagini?
No, io non credo siano state inquinate le indagini. Io credo molto semplicemente che nel 2013, quando Rossi morì, date le condizioni in cui verteva una banca che rappresentava per l’Italia niente meno quello che Lehman Brothers rappresentò per gli Stati Uniti, era probabilmente per alcuni “giusto” che il caso si chiudesse il prima possibile. Di certo ammettere che Rossi poteva essere stato buttato giù dalla finestra in quella fase storica non aiutava alla banca italiana prossima al default, che era Mps. Oggi mi pare che siamo in un'altra epoca.
Adesso siamo in un'altra epoca, però proprio perché siamo in un'altra epoca, a me ha colpito il fatto che ad esempio a Far West è stato fatto il nome di Francesco Giusti come potenziale testimone della morte di Rossi
Allora io, diciamo, non conosco Far West. Dico solo una cosa, ma io credo che ci sia la necessità, anche da parte di chi vuole occuparsi di questo caso, di comprendere che si tratta di due epoche storiche diverse e per il rispetto che si deve alla magistratura, credo che l'unico contributo che si può in questo momento dare, salvo che qualcuno non abbia da mandare in diretta una confessione, consegnare alla magistratura qualsiasi elemento che possa portare alla scoperta del movente. Segnalo però che noi siamo ancora in una fase precedente a tutto questo. Allo stato attuale ci sono state due indagini entrambe archiviate, e c'è stata un provvedimento di mancata individuazione di elementi utili alla riapertura emesso dalla Procura di Siena in seguito all’esito del ricevimento della prima relazione della Commissione d’Inchiesta. Senza qui dirle se e quanto condivido quel provvedimento sulla scorta del fatto che la semplice analisi di tutta la documentazione consegnata alla Procura è stata fatta in pochi mesi da un semplice carabiniere e non dalla Procura. Il che già lascerebbe, aprirebbe le porte a tante considerazioni sull'attenzione che la Procura di Siena ha riservato al caso dopo la prima commissione di inchiesta. Ora è importante anzitutto sgomberare definitivamente il campo dall'ipotesi del suicidio. Nel rispetto di chi fino ad oggi è stato bollato come suicida e verso la sua famiglia, accusata di lucrare sulla morte di un loro caro.
Certo, però mi domando. Se qualcuno avesse voluto buttare Rossi dalla finestra perché trattenerlo per il polso come a volerlo salvare?
O per intimidirlo, della serie “mettiamolo fuori alla finestra per intimidirlo” oppure “sporgiamolo giù e lasciamolo cadere”. Certo è che chiunque abbia trattenuto Rossi fuori dalla finestra tenendolo per le braccia anche col solo fine di intimidirlo, come qualcuno ritiene, ha accettato il rischio di lasciarlo cadere nel vuoto. Io però, per tutta una serie di elementi che conosco e che chiaramente rimetterò all'attenzione alla magistratura, così come ho rimesso l'attenzione alla Commissione e alla parte segretata, ho fondato motivo di ritenere che, se proprio devo qualificare i fatti e se devo provare a capire se si tratti di un omicidio per dolo eventuale o preterintenzionale, io continuo a pensare alla causa del preterintenzionale, ma non per opinione personale, per un giudizio maturato dalle prove.
Secondo lei da che ambiente potrebbero venire le persone che hanno pensato di intimidire o comunque le persone che hanno compiuto, secondo il suo sospetto, l’omicidio preterintenzionale di Rossi? Essendo preterintenzionale non sono stati dei professionisti…
Vorrei che fosse la magistratura a fare le valutazioni su questo aspetto. Noi abbiamo le nostre convinzioni che rimetteremo all'attenzione della magistratura. Dal momento in cui sarà definitivamente riaperto il caso e avremo finalmente un'iscrizione per omicidio, allora tutto ciò che riguarda la ricerca del colpevole o dei colpevoli, del mandante o dei mandanti, entrerà a far parte di quel compendio strutturale nel quale noi andremo a dire le cose nella consapevolezza che queste cose poi o confluiranno in un processo e quindi saranno pubbliche, o non condurranno a nulla e quindi saranno archiviate e comunque saranno pubbliche.
A livello politico questa dinamica, evidentemente, trovava un qualche ostacolo a essere accettata. Ora, invece, crede vi sarà una maggiore attenzione del governo sul caso oppure no?
Sicuramente bisogna dare atto al presidente Vinci del lavoro fatto da questa commissione. Lo conosco e ho contezza diretta del suo impegno. Conosco poi l'impegno di diversi commissari che erano presenti nella presente commissione, sono entrati anche in questa, l'onorevole Ricetto di Fratelli d'Italia, l'onorevole D'Orso del Movimento Cinque Stelle, ma anche i componenti di Italia Viva tra cui l’onorevole Giachetti, ma non mi chieda perché non cito quelli del Pd.
Mi ha suggerito una bella domanda. Perché non cita quelli del Pd?
Che cosa, per puro caso io sono uscito dal Pd, en passant. Dopo le elezioni. Diciamo che Letta non ha mai smentito che io non sia mai stato candidato per questo. Avrebbe potuto essere onesto. Lo stesso è successo per uno dei parlamentari Cinque stelle, che si era battuto per la questione, ma vabbé. Io fossi stato al posto suo avrei querelato chi ne scrisse, per difendere la reputazione del partito. Però lei non sia malpensante, non c’entra niente il fatto che nel 2013 a giugno Letta fu presidente del Consiglio e mise sei miliardi… non le pensi queste cose.
Proverò a non pensarci. Ad ogni modo questa inchiesta arriva in un momento molto particolare per Mps, con le indagini milanesi a proposito della scalata di Mediobanca. Perché il caso di Rossi torna a galla proprio ora? Le due storie sono in qualche modo collegate?
Non credo, perché riguardano due momenti storici totalmente diversi. Fasi storiche totalmente diverse, con responsabilità diverse. Certo, è curioso il fatto che mentre Milano indaga, questa cosa si riapra, ma va bene così.