Andate via da Milano. Lasciatemi qua, da solo, da solo nelle strade con i maranza, tanto andiamo d'accordo (ci vestiamo uguale, ascoltiamo la stessa musica, ci piace fumare l'hashish). Lasciatemi qua, da solo, andate via. Niente più traffico, case vuote e affitti alti, poca concorrenza. Lasciatemi qua. Andate via. Batterò i bar, uno a uno, con i titolari cinesi e i dipendenti italiani, ammirerò le vetrine chiuse di Buenos Aires, le ciclabili vuote come al solito, i grattacieli della finanza con le luci ancora accese, la Centrale presa d'assalto per chi vuole fuggire in provincia, lontano, a godersi la vita.
Ma la vita me la godo anche in via Eustachi, sotto i bagolari, davanti a Poporoya che sta per chiudere. Lasciatemi solo o voi che parlate sempre male di Milano, e ne parlate ora perché ci sono le Olimpiadi e parlarne ora fa trend. Io l'ho sempre fatto perché Milano lo è sempre stata una città assurda, senza senso e senza bellezza apparente. Lasciatemi solo, dentro a La Scala, al cospetto dei grandi architetti ricordati con il marmo e le targhe. Poi camminerò in Galleria, condividerò il Duomo con i piccioni, scenderò verso la Darsena e poi giù sui Navigli a guardare gli avanzi dei campi galleggiare e risalendoli finirò nelle risaie. Andate via o voi che non l'amate più e forse mai l'avete amata, perché se l'amavate avreste urlato come ho urlato io quando il disastro era già evidente.
Ora invece sono solo a dire: com'è bella Milano. Con le foglie scolorite a volteggiare sulle strade e impigliarsi nei tergicristalli degli autobus e coprire il prato di parco Sempione, e porta Venezia con la statua di Indro, i balconi mosaicati, i locali sequestrati e i barboni con i Rolex, e con la decadenza e gli ultimi ricchi che ricchi non sono più. I ricchi veri sono andati già, anche loro. E andate via pure voi. E che Milano torni paese, torni dialettale, torni contadina. Lasciatemi solo con i tassisti tristi ad apprezzare piazza Santa Maria del Carmine e Sant'Ambrogio, Sant'Agostino e Lambrate, la chiesetta scomparsa di San Siro e l'ultimo San Siro prima che venga distrutto. Parlare male di Milano è facile, farlo ora scontato. Se non mi avete ascoltato è perché vi andava bene. E ora diventi ancora più selvaggia ancora più sporca ancora più criminale. Che si svuoti, Milano, ché tanto è già stata svuotata. E quando tutti andranno via resterò solo. Io e la Madonnina. Che infatti si rivolge al cielo, non guarda in basso. Non vuole comprenderli, gli umani, né biasimarli. Ne chiede la benedizione, il perdono. E se non rimane più nessuno, lo chiederà almeno per me.