Il Potere dà la colpa a chi non ce l'ha
Nella parte a pagamento di Falsissimo, “Il Prezzo del Successo”, in cui, come si sa, Fabrizio Corona si è scagliato chat alla mano (da verificare, ovviamente) contro il “Sistema Alfonso Signorini” (che ovviamente è un “Sistema Italia”, se non un “Sistema Mondo”, questo senza bisogno di verificarlo), ha posto una domanda che colpisce nel segno, parlando dei ragazzi (eterosessuali) che hanno (o avrebbero, vabbè, ci siamo capiti) “ceduto” a questo “sistema”, e la domanda è: “Quanti di questi avranno oggi migliaia di rimorsi e di problemi?”.
Perché accusare chi ha ceduto di scarsa moralità o di consapevolezza è il solito giochino stantìo e orripilante del Potere stesso: è il “te la sei cercata” contro la donna stuprata perché in minigonna, è ribaltare la responsabilità su esseri umani che, come tutti, cercano di sfangarsela. E se siamo costretti, tutti (anche Signorini), a sfangarcela è perché il mondo che abbiamo costruito fa schifo, e dare la colpa ai singoli individui fa ancora più schifo.
Essere scesi a compromessi ci esclude dalla denuncia? Comodo per il Potere
La puntata di Falsissimo, la numero 19, intitolata “Il Prezzo del Successo”, è molto più di quello che appare, perché Fabrizio Corona, a compromessi, ci è sceso. Lo dice lui stesso, lo confessa, lo afferma, lo rivendica. Ma davvero essere “scesi a compromessi” ci dovrebbe escludere dalla denuncia di un sistema? Sarebbe comodissimo, per il Potere, dire: “Lo hai fatto anche tu, quindi muto”, quando invece proprio quelli che sono stati costretti (in primis da se stessi, certo) sono coloro che invece dovrebbero parlare, denunciare, ribellarsi. Il Potere è così: non solo ti sfrutta, ma ti intima di stare muto proprio perché ti sei fatto sfruttare. Corona ribalta questa narrazione, questo ricatto morale, questo perpetuarsi dell’ingiustizia e dice: “Parlo proprio perché so di cosa sto parlando”.
Questa puntata di Falsissimo è una magnifica terapia di gruppo contro la società dello spettacolo debordiana, contro il capitalismo che vuole padroni e schiavi sessuali.
Antonio Medugno e i "morti di fama"
Voglio precisare: non so, e non voglio sapere, e non mi interessa se poi Antonio Medugno sia stato a letto o no con Alfonso Signorini. Mi basta quello che so (ove le chat rese pubbliche da Fabrizio Corona fossero vere): Antonio Medugno parlava di rapporti sessuali con Alfonso Signorini (con i messaggi scritti dal suo agente) anche se la cosa, profondamente, lo ripugnava. A me basta questo.
Ove fossero veri i messaggi tra Medugno e Signorini, è ovvio che il punto della situazione non fosse una storia d’amore o di sesso o di incontro occasionale: l’obiettivo era il Grande Fratello Vip, era l’immagine, era la “segretezza”, era la “strategia” per diventare, come dice Roberto D’Agostino, “morti di fama”. E chi ha bisogno di questo se non chi, per un qualche motivo, è “costretto” a farlo?
Tacere è da schiavi, riflettere è da rivoluzionari
Condannare chi ha ceduto al sistema sarebbe come condannare le ragazze di colore che vediamo per strada e che dietro hanno storie di traffico di esseri umani, di minacce alle famiglie, di debiti da ripagare contro aguzzini (la società capitalistica è sempre questa: avere debiti da pagare contro aguzzini).
Fabrizio Corona, con questa puntata, si è dimostrato un “compagno”. I giornali stanno iniziando, sempre più timidamente, a “dare la notizia”, quando è una riflessione che invece si impone. Della notizia di Signorini che “ci prova” ce ne sbattiamo. Siamo sicuri che se ne sbatta anche Corona. Parlarne, invece, è rivoluzionario. Così come tacere è da schiavi.