Orso imbalsamato
E insomma un latitante di origini ghanesi si è nascosto per due ore in un presepe a grandezza naturale fingendosi statua. Se non ce l’ha, date subito la cittadinanza a questa persona perché è un genio, e queste sono le notizie che a volte ti salvano la giornata. La faccenda è avvenuta a Galatone, in provincia di Lecce. Il tizio, ricercato dalla polizia per una condanna a nove mesi e 15 giorni per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate (ma, chiediamo: siamo al terzo grado di giudizio o questo è scappato senza sapere che poteva appellarsi?) si trovava nella piazza Crocifisso, stava scappando dalla polizia e che fa? Si infila nella grotta della Natività e si mette in posizione “orso imbalsamato”. Sappiamo che la posizione era quella perché ci sono le foto. Per due ore nessuno si è accorto che quell’omone con le braccia protese in avanti, ghermigliose, era un essere umano e non una statua del presepe. Anzi, secondo me molti avranno pensato: “Ma tu guarda che bella idea che ha avuto Flavio Filoni, il sindaco di Galatone, di centrosinistra, a mettere un immigrato nella grotta”. Così come sospettiamo che i rivali politici siano passati dalla piazza indignandosi profondamente: “Visto? Vogliono invaderci. Adesso vogliono toglierci anche il simbolo della nostra cristianità”. È probabile che siano anche successi tafferugli (mi piace la parola “tafferugli”), non so, signore che si prendevano a borsettate a causa del multiculturalismo sì, antirazzismo no, o roba del genere. Avete presente i tafferugli a Più Libri Più Liberi? Però con le borsettate. Tanto che, immagino, qualcuno sia andato dal sindaco, che magari era in un bar al Corso, e gli abbia detto: “Sindaco. I tafferugli!”. E il sindaco: “No, i tafferugli ancora no!”. “E invece sì, venga sindaco, presto! A proposito, bravo, bravissimo che ha messo l’immigrato nel presepe”. “Che ho fatto io?”. “L’immigrato nel presepe. Grande idea!”. Adesso, ora sappiamo tutti che il sindaco di Galatone un’idea del genere non l’ha mai avuta. Ma è facile parlare col senno di poi. Immaginate un sindaco mentre gli fanno i complimenti per qualcosa che non ha fatto. Sapete cosa fanno i sindaci? Tutti i sindaci. Annuiscono e ringraziano. Anche se non è stato lui direttamente ad avere l’idea, sarà stato uno dei suoi collaboratori, e chi glieli ha messi i collaboratori a collaborare? Ma il sindaco! Quindi è merito suo.
Sedare i tafferugli
Così, immaginiamo, il sindaco complimentato si fa di corsa il Corso per andare a sedare i tafferugli. Nei piccoli paesini è compito del sindaco sedare i tafferugli. E, nel Corso, nota il sindaco — al quale non sfugge niente — come due fazioni: ci sono quelli che lo guardano con ammirazione e ci sono quelli che lo guardano in cagnesco. “Ma mica siamo sotto elezioni che ci dobbiamo di già guardare così”, pensa il sindaco correndo sul Corso.
“Perché è scoppiato il tafferuglio?”, chiede il sindaco col fiatone. “A causa sua, sindaco!”. “E che ho fatto stavolta?”. “Ha messo l’immigrato nel presepe. C’è chi è d’accordo e chi no”. E insomma, a poco a poco quest’idea dell’immigrato nel presepe inizia a sembrargli meno entusiasmante di prima. Non è bello, per un sindaco, essere causa di tafferugli. Arriva nella piazza, seda il tafferuglio e guarda questo presepe che gli ha rovinato il pomeriggio. Intanto la folla gli si accalca intorno. Anzi, la maggioranza della folla (i suoi elettori). “Bravo sindaco! Ha messo l’immigrato nel presepe e ha anche sedato il tafferuglio!”. Il sindaco ci prende gusto, sorride modestamente, guarda il presepe. “Ma perché è messo in quella posizione? Dico l’immigrato”. Il tizio che ha fatto la domanda mima un orso imbalsamato con le zampe ghermigliose. “È… — immaginiamo si inventi il sindaco — è… è… un immigrato che nuota!”. “E nuota in piedi?”. “E non potevamo fare una piscina nella grotta”. “Potevate riempire la mangiatoia d’acqua e farlo nuotare lì”. Il sindaco, di fronte a questa logica ineccepibile, dice: “Ottima idea, bravo! Come ti chiami? Lo terremo presente per l’anno prossimo”.
E allora i Re Magi?
Si avvicina la polizia: “Sindaco?”. “Eh?”. “Scusi, possiamo parlarne un attimo?”. “Certo, che succede? Il tafferuglio è già stato sedato”. “Sì, sì, abbiamo visto. Complimenti. Come seda lei i tafferugli nessuno. Il fatto è che dobbiamo arrestare l’immigrato nel presepe”. “Ohibò, ve la prendete anche con le statue, adesso? Cos’è, una nuova ordinanza di Salvini? E allora cosa dovremmo fare con i Re Magi? Arrestiamo anche loro?”. “Non si scaldi, signor sindaco, è un latitante ghanese che fa la statua da due ore”.
Risultato: ecco il comunicato del sindaco rilasciato all’AdnKronos: “Quello che è accaduto sabato mattina merita una riflessione profonda”, scrive. “Mentre mi trovavo davanti alla Natività realizzata con cura dalla nostra Pro Loco, ho notato una presenza che inizialmente avevo scambiato per parte della scena. Un dettaglio che sembrava innocuo, ma che si è rivelato determinante. Grazie al pronto intervento della nostra Polizia Locale, della Polizia di Stato e dei Carabinieri — spiega Filoni — è stato possibile rintracciare e identificare una persona che risultava latitante e ricercata”. “Un esito che conferma, ancora una volta, quanto sia fondamentale riporre piena fiducia nel lavoro quotidiano di chi garantisce sicurezza e legalità. Un ringraziamento sincero a tutte le donne e gli uomini che vigilano sul nostro territorio con competenza, attenzione e dedizione. Un grazie al Commissariato di Nardò, al dottore Tornese e ai suoi uomini, che insieme agli uomini della Polizia Locale hanno risolto il caso”, conclude il sindaco.
Secondo me ha aggiunto, anche se l’AdnKronos ha tagliato questo passaggio: “Mi stupisco che qualcuno abbia scambiato il latitante per un pastorello, imputandone addirittura a me l’idea e causando tafferugli. Io l’immigrato, ovviamente, lo avrei messo nella mangiatoia a nuotare!”.
L’AdnKronos non ha capito quest’ultima frase e l’ha tagliata.
Le cose devono sicuramente essere andate così.