Dietro il meme. È diventata virale negli ultimi giorni l'affilata risposta che Sabrina Ferilli via Instagram ha riservato a un "hater" di nome La Diva. Se lui le imputava, senza mezzi termini, di essere più brava ad allargare le gambe che a recitare, lei ha immediatamente rispedito il maltorto al mittente commentando in risposta: "Ho imparato da tua madre". Lo screen di questo scambio ha troneggiato sulle principali testate d'informazione (O tempora, o mores!) attirando anche la nostra attenzione. Ecco la nostra chiacchierata con Giorgio, alias La Diva, che, ben lungi dal cospargersi il capo di cenere, motiva a MOW il proprio commento pubblico all'attrice. Invitandola, poi, a chiedergli scusa. Tra loro non c'è solo un virtuale follow: i due si sono conosciuti a Tu Sì Que Vales e quell'esperienza non andò benissimo... La Diva, naturalmente, non serba rancore. Ma due paroline buone all'indirizzo della Sabrinona Nazionale nonché dell'intero talent, di cui oggi, sabato 18 novembre, sarà trasmessa la finale, se le lascia sfuggire volentieri... Pronti a ribaltare totalmente il vostro punto di vista?
Allora, hai fatto un bel casino...
Sì. E non me ne pento.
Ah, no?
No. Anzi, voglio proprio le scuse di Sabrina Ferilli.
Ok, si sta ribaltando la situazione. Tu le hai lasciato un commento pubblico molto offensivo, possiamo dirlo? Le hai scritto che a tuo avviso sarebbe più brava ad allargare le gambe che a recitare...
Sì. Ho commentato una sua foto in maniera sprezzante. Le mie parole non sono state delle migliori, lo ammetto. Ma ciò non toglie che abbia sbagliato anche lei con la sua risposta.
Come mai?
Mi ha scritto che ad "allargare le gambe" ha imparato "da mia madre". Sabrina Ferilli si è sempre professata di sinistra, paladina dei diritti rainbow e di quelli delle donne. Bene, da una impegnata, come lei dice di essere, su queste tematiche, non mi sarei aspettato una risposta che tirasse in mezzo mia mamma. Avrebbe avuto senso "attaccare" me personalmente, che c'entra mia madre? E poi che commento maschilista! Mi hanno riferito che sia un modo di dire romano, che intendeva dire "coglione" o simili. Però un personaggio del suo calibro deve fare molta attenzione alle parole con cui si esprime in pubblico e sui social. Non è un utente qualunque come me. La risposta che ha dato, tirando in ballo mia madre, ha deluso. E non ha deluso soltanto me, te l'assicuro. Alla faccia dell'icona femminista e della solidarietà femminile di cui tanto parla, dai. Se la va a prendere con una sessantenne che non c'entra nulla... Con quelle parole è scesa al mio stesso livello, se non più in basso. Avrebbe dovuto attaccare, se proprio, direttamente me.
Scusa, ma come avrebbe potuto? Mica vi conoscerete...
E invece... sì.
Uh che colpo di scena! E come, di grazia?
Ho partecipato a Tu Sì que vales, la mia esibizione è andata in onda tre settimane fa. (Qui la performance, ndr)
E deve essere andata benissimo, immagino...
Guarda, non mi hanno fatto nemmeno finire la mia canzone, "Kome ti permetti". Rudy Zerbi ha interrotto l'esibizione. Ma io sono molto ironico, figurati che mi sono presentato dicendo che avrei voluto battere il record assoluto dei "no", portandomeli a casa da parte di tutti i giurati. E anche dal pubblico. Il 100 %. Non era mai successo in trasmissione.
E ce l'hai fatta, pare. Di cosa ti lamenti?
Mi lamento del fatto che di solito la tv italiana cerca sempre di rappresentare i membri della comunità LGBTQIA+ di cui io faccio parte, come delle vittime perché quel tipo di storie fanno sempre audience. Ecco, io voglio essere l'esatto opposto. Se fossi andato lì come il solito ragazzo o ragazza vittima della società, sono certo che la giuria si sarebbe rivolta a me in modo totalmente diverso. Io invece voglio dare un esempio diametralmente opposto a quello della "povera stella". Con tutto il rispetto per chi davvero vive delle storie tragiche a causa del proprio orientamento sessuale, non si può raccontare sempre e solo questa faccia della medaglia. Perché c'è tanto altro. Se no passa che stiamo tutto il tempo a frignare. Posso dire? Non tollero tale narrazione. E, coi mezzi che ho, la combatto.
Anche Sabrina Ferilli era stata particolarmente dura nei tuoi confronti per l'esibizione?
Sì. Mi parlava con il suo classico tono burino, non si è neanche sprecata ad ascoltare secondo me: praticamente un muro di gomma. E menomale che fa la paladina dei diritti LGBTQIA+...
Beh, il fatto che lo sia non esclude che possa non esserle piaciuta la tua canzone...
Certo, ma le sue critiche erano davvero pretestuose. Senza senso. Poi io sono stato calmo e non ho risposto niente sul momento per non rischiare che mi tagliassero al montaggio. Tanto lo sapevo di essere lì soltanto come carne da macello.
In che senso?
Nei tre giorni in cui sono stato a Roma per le registrazioni di Tu Sì Que Vales, mi sono reso conto di come quel programma abbia un meccanismo completamente studiato e preparato. Per la maggior parte gli artisti vengono dall'estero, sono invitati e pagati con tanto di manager che li rappresenta. Poi esiste una piccolissima fetta di persone come me che semplicemente chiamano in redazione e vengono presi tramite casting. Queste persone sono funzionali a una determinata logica: vengono tutte prese in scuderia da Gerry Scotti che raccoglie i "casi umani", i personaggi strambi, fuori dalle righe. Tra questi, c'è chi deve essere massacrato e demolito a priori. Carne da macello, come dicevo. Ci sono rimasto male.
Cosa non hanno capito di te?
L'ironia e l'irriverenza del mio personaggio. Ma non importa, settimana prossima ho un altro casting.
Sempre Mediaset?
Sì.
In bocca al lupo.
Eh, ne avrò bisogno mi sa (ride, ndr)
Magari nel frattempo arriveranno anche le scusa della Ferilli...
Mai. (ride, ndr) Ciò non toglie che penso di aver messo in evidenza un bel cortocircuito "femminista".
E se la prossima volta qualcuno volesse risponderti a tono?
Dovrebbe solo lasciar stare la mia pora mamma che per fortuna nulla sa di tutto 'sto polverone. Basta darmi del "coglione", ve l'assicuro. Sarò felice di replicare "KOME TI PERMETTI".