Daniele Nahum è un consigliere comunale di Milano (Partito Democratico), noto per il suo gesto di protesta del 7 aprile di quest’anno, quando si è acceso uno spinello davanti a Palazzo Marino (sede del Comune). E infatti Nahum si è sempre battuto per le tematiche sociali, specialmente per la legalizzazione della marijuana, ancora di là da venire dopo la bocciatura del referendum da parte della Corte costituzionale. E così tramite Domenico Arruzzolo l’abbiamo contattato ai microfoni di BlackList per MOW dopo il falllimento della consultazione sulla giustizia.
Consigliere Nahum, perché puntare su un referendum che ha destato scarso interesse nei cittadini, quando ce ne sono altri che interessano milioni di firme, come ad esempio eutanasia e cannabis?
Non sminuirei l’importanza del referendum sulla giustizia, infatti ho votato fermamente cinque “SI”, nonostante la linea politica del mio partito sia di pensiero inverso. Abbiamo un problema molto serio con la giustizia in Italia. Per quanto riguarda il tema cannabis ed eutanasia, sono da riportare all’attenzione, appena sarà possibile, perché a differenza del referendum sulla giustizia, porteranno molte più persone a votare. Il consumo della cannabis è molto alto, stime a ribasso dicono che ci sono 6 milioni di italiani che ne fanno uso abituale, ormai il tema delle legalizzazione riguarda la stragrande maggioranza degli italiani.
La legalizzazione risolverebbe quindi diversi problemi?
Sicuramente toglierebbe soldi alle mafie, e svuoterebbe le carceri che soffrono di sovraffollamento. In Italia abbiamo 19mila detenuti per reati legati alle droghe leggere. Non dimentichiamoci che rendere la marijuana legale, consentirebbe agli italiani di rendersi conto del suo potenziale economico, ad esempio coltivandola. E servirebbe quindi manodopera, posti di lavoro. Il problema però è una classe politica totalmente inetta, che siede in Parlamento a cincischiare, senza far niente.
Quindi bisogna ragionare sui vantaggi?
Dovremmo pensare al futuro, anche per quanto riguarda il comparto economico derivante dalla coltivazione della marijuana. Voglio darvi una notizia, lunedì prossimo annuncerò in aula (Consiglio di Milano ndr) gli Stati Generali della Cannabis, che si terranno a Milano a luglio. E sono soddisfatto, perché parteciperanno i principali esponenti del Partito Democratico.
In questi ultimi 10 anni di Governo (più tendente a sinistra) non c’è stato ostruzionismo nei confronti di queste tematiche?
Diciamo che la sinistra ha sposato sempre le tematiche sociali in ritardo rispetto ai tempi. Poi veniamo da un governo prima giallo-verde, poi giallo-rosso, ma il tema principale è che i numeri per approvare questa legge ci sarebbero, e lo strumento deve essere quello referendario.
Il parlamentare Riccardo Magi (Europa +) ha sposato l’idea, piuttosto diffusa, che portare al tavolo altri referendum da votare avrebbe incrementato l’affluenza al voto. Secondo lei, perché la destra continua a fare orecchie da mercante su questo? Se un cane poliziotto passasse dai corridoi di Montecitorio impazzirebbe.
Sta dicendo che a Montecitorio gira molta droga?
No, non dico nulla, ma secondo me impazzirebbe. Ciò che non capisce la classe politica di centro destra è che anche i propri elettori vorrebbero la legalizzazione della marijuana, perché la sera magari tornati da lavoro si siedono sul divano e si fumano un cannone in tranquillità, come fosse un bicchiere di vino.
E tra gli elettori della destra più radicale?
Ma magari solo marijuana, in quegli ambienti gira ben di peggio.
Ma ovunque gira, indipendentemente dall’ideale politico.
Infatti è quello che dico io. Aggiungo che noi stiamo parlando in questo caso di legalizzare una droga leggera, ma in realtà un ragionamento su altre droghe più pesanti, il cui consumo non è certo una novità, andrebbe fatto. Il punto è questo: c’è solo una grande azienda che beneficia in questo momento del business delle droghe leggere, e questa azienda si chiama “mafia”. Vogliamo sottrarre quei 7 miliardi all’anno alla criminalità organizzata? Allora legalizziamo le droghe leggere.
E ha pensato che potrebbe non essere una soluzione? Basterebbe importare più quantità di altre droghe, più costose, per recuperare i 7 miliardi di cui parlava poco fa.
Se la pensiamo così non facciamo nulla, invece secondo me daresti alla criminalità organizzata una mazzata decisiva.
Con il pretesto del caso di Fabio Ridolfi, tetraplegico e immobile da 18 anni, che ha potuto porre fine alla sua vita, le chiedo se è favorevole all’eutanasia.
Assolutamente favorevole a chi vuole porre fine alla sua vita attraverso il suicidio assistito, ma rispetto chi vuole comunque restare attaccato a una macchina. Non so se dovesse succedere a me cosa sceglierei, lo dico in tutta sincerità, ma il diritto di scegliere se vivere o morire, nelle condizioni simili a Ridolfi, deve essere rispettato. Inutile fare gli ipocriti, esiste un mercato nero anche per l’eutanasia, sicuramente ci sono medici che accettano questa pratica, e la mettono in atto dove viene richiesto.