Francesco Sarcina, durante un concerto a Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani), il 16 agosto, dopo aver criticato alcuni cantanti che usano l’auto-tune e ostentano una vita di lusso, è passato direttamente al ministro Matteo Salvini, chiamandolo “Trimone”. In Puglia piove decisamente poco, ma l'invettiva lanciata dal palco ha scatenato un temporale di polemiche, dai social alle istituzioni. Su tutti Rossano Sasso, deputato pugliese della Lega sempre attivo sul fronte delle risse social, il quale ha accusato il frontman de Le Vibrazioni di voler «trasformare un evento musicale in un comizio politico, attaccando in modo volgare e inaccettabile il segretario della Lega Matteo Salvini», parlando di «triste spettacolo di un artista in cerca di visibilità». In attesa del classico ritornello di Matteo Salvini, “Pensi a cantare”, abbiamo chiesto un parere a un barese doc: Alessio Giannone, il Pinuccio diventato famoso come inviato di Striscia. Sintetizzando? Sarcina «Ha fatto bene». Per più di un argomento.

«In realtà a quel concerto sarei dovuto andarci anch’io, ma poi non sono riuscito a partecipare perché ammalato».
“Trimone”, insulto o no?
«A Bari ha tanti significati: può voler dire “troppo buono”, ma anche “persona troppo scema”. È un insulto, sì, ma non tra i più gravi. Tradotto in un insulto del Nord potrebbe essere “mezzasega”. Lo usò anche un politico una volta, se non ricordo male. A volte viene usato anche tra amici. Non credo però che Sarcina l’abbia usato in questo senso amichevole nei confronti di Salvini».
Mossa per riscaldare il pubblico del Sud?
«No, assolutamente. Conosco Francesco, parliamo spesso di politica. Lui scrive i suoi pensieri anche sui social, non è una cosa costruita per visibilità o per compiacenza».
Com'è visto Salvini al Sud?
«Un tempo la Lega era vista come il male assoluto, e noi per i leghisti eravamo soltanto bersagli da insultare. Adesso abbiamo i nordisti anche al Sud, ma se un giorno dovessero votare anche gli extracomunitari sono sicuro che starebbe dalla loro parte. L'importante è allargare il pubblico Ma il problema è più ampio: siamo un popolo senza memoria. Ed è per questo che anche qui di leghisti ce ne sono tanti».
Con il Ponte aumenteranno?
«In Italia c'è bisogno di grandi opere, questo è vero. Io viaggio molto per lavoro, soprattutto al Sud, e se vai in Calabria o in Sicilia ti accorgi che strade e ferrovie sono in condizioni disastrose. L’ultima cosa che ti viene in mente è il ponte. Prima ci sono miliardi di corse da fare, la sanità da sistemare. Altro che alta velocità da portare al Sud. Noi non abbiamo neanche la tratta Bari-Napoli, mentre al Nord c’è già Milano-Parigi. È assurdo. Sono stato sulla Sila per girare un documentario e non c'è un benzinaio nel raggio di chilometri. E come ci arrivano questi al Ponte?»
Sarcina ha esagerato?
«Gli artisti devono prendere posizione. Che siano da una parte o dall’altra, è importante che sia chiaro. Sarcina ha fatto bene a dire quello che pensa, anche se può inimicarsi qualche fan di destra. Rispetto a Jovanotti, che fa sempre posizioni da democrazia cristiana, un po’ “sì ma no”, almeno Francesco è stato diretto. In fondo, Salvini ha insultato i meridionali in passato, quando era ancora nordista. Se dovessimo elencare tutti gli insulti fatti da Salvini al Sud ci sarebbe da riempire un libro, quindi non ci scandalizziamo se un artista gli dà del “trimone”. Il rischio, semmai, è che adesso i leghisti si accaniscano contro Sarcina. E sicuramente Salvini risponderà con il suo solito motto: “Pensa a cantare”».
E il cantante potrebbe dire: “Pensa a governare”
«Ormai i politici fanno gli influencer: postano foto al mare, a tavola, coi piatti. Magari avrebbero voluto fare i cantanti, e invece si sono ritrovati ministri».
Invece gli artisti non fanno più politica.
«Io vorrei che più artisti parlassero di politica. Una volta il cantautore lanciava un messaggio, oggi con l’autotune si è perso quel ruolo. Ora il messaggio sembra solo lavarsi la coscienza con cause lontane, come la Palestina. Vedi artisti che un giorno sventolano la bandiera palestinese e il giorno dopo fanno pubblicità a McDonald’s. Non è che uno debba essere povero per combattere una battaglia, ma almeno un po’ di coerenza ci vuole».
Sarcina è coerente.
«Ripeto, ha fatto bene. Il suo è stato un gesto democratico. Certo, può avere delle ripercussioni tra i suoi fan, ma quando dici qualcosa devi sapere che qualcuno storcerà il naso. Io stesso ogni tanto gli dico: “mi raccomando, non esagerare”. Però ha fatto bene: gli artisti devono esprimere quello che pensano»
